lunedì 25 maggio 2015

Firenze: viaggia sul Libro dei Ceffi la lotta alle malattie invalidanti


Dunque.
Mettiamo che esista un paese a sud di Firenze, famoso per una rievocazione storica del Venerdi Santo, per la sua enorme Casa del Popolo e per altre secondarie ragioni.
Mettiamo che vi alligni una "compagnia", intesa come gruppo informale in cui predominano legami di amicizia e cooperazione reciproca.
Mettiamo che questa compagnia, in prevalenza maschile, abbia da almeno trent'anni il pallone in tutte le sue varianti (giocato, guardato, travestito, finto, scommesso...) come principale oggetto di interesse.
Un quadro come tanti in un paese qualunque.
Poi si presenta un problema.
Uno dei signori di cui sopra si scopre una brutta e fastidiosa malattia, che si chiama sclerosi multipla.
I legami informali, in un'epoca in cui domina incontrastata una morale da lager che impone di mangiare il proprio pane e, se si può, anche quello del vicino, hanno in una certa misura sostituito il welfare state. Sicché gli altri amici si attivano per organizzare raccolte di fondi di ogni genere, e se ne inventano di ogni sorta per non far mancare le risorse necessarie allo sfortunato compagno per poter affrontare la vita in maniera sopportabile.
Tutto oltremodo lodevole.
Con un dettaglio piuttosto antipatico, soprattutto perché evitabile senza alcun problema.
Il dettaglio piuttosto antipatico è dato dal fatto che l'iniziativa non sfugge all'autoschedatura di massa più in voga degli ultimi anni. L'avesse avuta la STASI il Muro di Berlino sarebbe ancora in piedi e pattugliato dalla Volkspolizei, il cielo tra Rostock e Karl Marx Stadt sarebbe percorso da magnifici caccia tirati a lucido con la stella rossa sulle ali e nessuno -tanto per fare un esempio- sarebbe andato ad insegnare ai governanti della Repubblica Araba di Siria ad avere più rispetto per le lesbiche di Damasco.
Fatto sta che sul Libro dei Ceffi, qualcuno inserisce anche una testimonianza dei progressi che questo signore riesce a compiere grazie alla fisioterapia cui gli amici hanno contribuito.
Sono quelli della foto.
Vi si legge:

Ciao
Forza viola
W la fica

Un programma inedito, costruttivo, di assoluta e sorprendente originalità.
A lasciare più sprezzanti che perplessi è l'intraprendenza di chi ha per l'ennesima volta reso pubblici materiali come questi, e che sicuramente ha creduto di fare chissà cosa.

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