domenica 22 giugno 2014

Niente pallonate travestite: Dario Nardella fa arrabbiare Casaggì Firenze.


Hanno ucciso il calcio storico fiorentino.
Qualcuno ci faccia avere notizie dell'Uomo Ragno, prima che dobbiamo davvero preoccuparci.

Le elezioni amministrative della primavera 2014 sono state un accadimento salutare, se non altro perché hanno ridotto la rappresentanza "occidentalista" a Firenze ai minimi termini. Achille Totaro, che è grasso e di Scandicci, è stato uno dei pochissimi a sfuggire al disastro e a cose fatte deve aver deciso che le poltrone della camera bassa sono più comode di quelle del consiglio comunale, ed ha lasciato il suo posto ad un intransigente Yeats del pandiramerino come Francesco Torselli.
Appena verificata la morbidezza del cuscino istituzionale il Gerry Adams della ribollita ha dovuto buttar giù ancora una volta una pillola amara come l'annullamento delle pallonate travestite deciso dal nuovo borgomastro.
Le pallonate travestite servono ai partecipanti ad esibire un interminabile campionario di comportamenti bestiali e sanguinari; la cosa obbligò alcuni anni or sono l'amministrazione a modificare i regolamenti, impedendo la partecipazione ad assassini, spacciatori, trafficanti d'armi ed altri insigni rappresentanti della più schietta fiorentinità. Inoltre, viene radiato o squalificato chi si fa beccare a comportarsi nel corso delle pallonate come è solito comportarsi nella vita quotidiana, questo significa che durante le pallonate non è purtroppo ammesso aggredire a casaccio qualcuno dei presenti.
In due parole, "nel dubbio mena" va bene sulle magliette di Boutique Pound, ma non va più bene alle pallonate travestite.
Per gli "occidentalisti", una cosa intollerabile.
Il responsabile di questo ingiusto e forsennato atto repressivo si chiama Dario Nardella, ha una laurea in giurisprudenza che qualche competenza in pubblica amministrazione dovrebbe pur garantirgli, ed un diploma in violino. Piagato più del solito da una mancanza di argomenti arrivata ai limiti del lebbroso, in campagna elettorale l'occidentalame non ha saputo far altro che additarne ai sudditi le origini non fiorentine, come se fossero una condizione che rende indegni di partecipare alla vita pubblica.
Sulle origini non fiorentine di molti pallonieri travestiti, gli "occidentalisti" sono assai più corrivi.
Il pasticcio grafico con cui Casaggì Firenze denuncia la soperchieria dell'amministrazione contiene quattro immagini e tre frasi.
In nessuna delle immagini compaiono palloni; in compenso vi compare -probabilmente non per caso- un signore che sfoggia un tatuaggio inequivocabile.
Le tre frasi invece contengono almeno una menzogna ciascuna.
Sono bastati pochi giorni di Nardella per uccidere secoli di tradizione. Le pallonate travestite sono un'invenzione contemporanea. Sono una tradizione inventata. L'inventore si chiamava Alessandro Pavolini ed è stato fucilato come un cane il 28 aprile 1945.
Il buonismo di un'epoca molle ha prevalso sull'orgoglio di Firenze. In realtà l'epoca attuale ha visto gli "occidentalisti" dare prova di cattivismo deliberato e continuo, sostenuti senza incrinature dall'intero mainstream. Sul fronte interno ne hanno avuto il guiderdone elettorale che sappiamo, sul fronte esterno le cose sono andate ovviamente e logicamente peggio, com'è normale che sia quando si va ad esportare il democratismo dalle parti di chi non aveva alcun bisogno di prendere lezioni.
Nel campo delle pallonate non travestite gli "occidentalisti" si sentono rappresentati da un gruppo di pallonieri vestiti d'azzurro che negli ultimi anni non ha fornito grandi prove. Nel momento in cui scriviamo, questo gruppo è impegnato in una importantissima competizione palloniera che si svolge in Brasile. Il nostro ovvio auspicio è che la competizione si concluda nel peggiore dei modi e che nel percorso di rientro non sia ad esso risparmiata alcuna seccatura, ivi compresa una accurata ed umiliante perquisizione aeroportuale che inventari puntigliosa le scorte di maccheroni, peperoncini, pummarola ed aglio avventatamente riposte nei bagagli a mano, con debite piazzate e battibecchi.
Una vergogna indelebile. La sovversione "occidentalista" chiama vergogna quello che nei contesti normali prende i nomi di logica, realismo, decenza, dignità.

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