venerdì 22 luglio 2011

PDL e Casaggì Firenze: una "resurrezione" a pizza e birra. Con Bobby Sands che sta a guardare.


Casaggì Firenze è una sedicente organizzazione politica giovanile "occidentalista" vicina al PDL.
Quello della scarsa stima che Casaggì Firenze fa di tutto per meritarsi è argomento ben noto ai nostri lettori, almeno quanto il rapporto pressoché inesistente che i suoi perdigiorno intrattengono col principio di realtà.
Al mondo irreale di Casaggì contribuiscono in modo fondamentale l'iconografia e la propaganda, che hanno la menzogna come elemento non trascurabile anche in contesti più normali: negli ambienti "occidentalisti", essa menzogna costituisce il fondamento granitico ed indiscusso dell'intero discorso politico.
Alla propaganda si accompagna una quotidianità diametralmente opposta.
E' sufficiente un campionamento minimo delle produzioni mediatiche di Casaggì, ossia di qualcosa che Casaggì diffonde perché vuole che sia visto e magari interiorizzato, per rendersi conto di quanto andiamo sostenendo. La capacità degli "occidentalisti" più involuti di riuscire a farsi del male in modo pressoché quotidiano ha qualcosa di affascinante e di puntuale al tempo stesso, per cui gli esercizi di stile come quello qui presentato potrebbero essere replicati, con un numero pressoché infinito di variazioni sul tema, almeno una volta al giorno.


Bobby Sands è figura cara ad una parte minoritaria -e tollerata, si direbbe- dell'attivismo "occidentalista"; un combattente cattolico irlandese. Da ciò si deduce che a Casaggì nessuno rileva contraddizioni tra il cantare le gesta di un combattente irregolare e al tempo stesso dividere una ciotola di maccaruna c'a' pummarola 'n coppa con gli esponenti di un "partito" la cui propaganda definisce da sempre terrorismo qualunque comportamento sgradito alla committenza, ed in particolare quelli non suscettibili di portare ad essa un redddito.
E questa è la prima incongruenza.
La seconda incongruenza è rappresentata dal destino cui Sands andò scientemente incontro, quello della morte per inedia. La esemplifica in modo eloquente la foto qui sotto.

Secondo fonti "occidentaliste" si tratterebbe dei convenuti alla chiacchierata tra amici cui gli "occidentalisti" fiorentini hanno affidato, in pieno luglio, nientemeno che le proprie speranze di resurrezione. La colliquazione del PDL è arrivata al punto tale da aprire una breccia perfino nella consapevolezza di questa gente, il che significa che le cose hanno raggiunto, finalmente e sperabilmente, un punto di non ritorno.
Con la mente rivolta a Bobby Sands ed alla fine che ha fatto, e si verifichi la stazza dell'oratore, ripreso al centro dell'immagine. La familiarità di Casaggì con il death fast non deve essere delle più strette.
Naturalmente Casaggì arriva seconda anche in questo campo del ridicolo. Cesare Marchi ricordava, in Quando eravamo povera gente (1986) un prefetto che inveiva contro gli inglesi chiamandoli "popolo dei cinque pasti", commentando sarcastico che
a giudicare dalle sue guance tonde e burrose, non doveva essere molto inferiore al numero dei pasti suoi.
Naturalmente l'immagine è ottimo pretesto per infierire in maniera anche più estesa.
La gioventù, tanto per cominciare.
Con tante teste imbiancate, è giocoforza ricordare il potere taumaturgico posseduto dalla militanza "occidentalista": i "dirigenti giovanili" restano giovani e restano dirigenti fino ad età compatibili col prepensionamento.
L'abbigliamento, tanto per finire.
Orbace, anfibi o stivaloni a seconda dei gusti, kefiah, camicia nera o verde (come quella del Capitanul), elmetto 33? Da farli mettere nei manifesti, a quelli che tornano dalla scuoletta estiva dove insegnano a raccontar balle ai sudditi. La realtà è fatta di pantaloncini corti e camicine stirate.
Le resurrezioni di luglio, per il PDL fiorentino, non prevedono la scomodità sudata della vanga da trincea, l'incertezza angosciosa dei turni di guardia nella notte, e nemmeno quella del sacrificio enogastronomico: la presentazione dell'evento prevedeva pizza e birra per tutti.
E a Bobby Sands ci penseranno un'altra volta.

Post scriptum. Il feedback sull'iniziativa è stato affidato a qualche post su Blogspot e ad un comunicato stampa che concordano nella sostanza e che soprattutto mostrano la realtà autoreferenziale delle organizzazioni di "partito" in genere e di quelle "occidentaliste" in particolare. Giudicando dalle immagini rese disponibili dagli stessi "occidentalisti" ci sentiamo stavolta autorizzati ad applicare il divisore 3 alla cifra dei presenti ai lavori pomeridiani, che a loro detta si aggirerebbe sui centocinquanta.
Una cinquantina di persone. Un risultato incoraggiante se pensiamo che che Ali Baba dovette accontentarsi di quaranta.
Il comunicato "occidentalista" fornisce anche il nome di una quindicina di oratori, per mettere insieme i quali si sono dovute invitare (o precettare) rappresentanze istituzionali di tutta la parte centrale della penisola italiana. I blog citano venti interventi.
Questo fa ipotizzare, cifre alla mano, che ogni oratore disponga di una claque di tre estimatori. Ed avvicina l'iniziativa d'estate dei giovani "occidentalisti" alla categoria che le compete maggiormente, e che è quella delle prediche al deserto.

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