sabato 23 aprile 2011

"Il Giornale della Toscana": quando la realtà è un nemico da sconfiggere


Che gli "occidentalisti" abbiano con la realtà un rapporto compreso tra il distorto e l'inesistente è cosa risaputa. Parimenti risaputo è che un rapporto con la realtà impostato su simili basi possa essere sfruttato a fini elettorali e a fini economici. In concreto, questo si traduce in produzioni mediatiche ed in propaganda politica che implicano una malafede assoluta da parte della committenza, recepita passivamente da valletti, camerazzi ed altro servitorame, ed ammannita finalmente ai sudditi, con particolare attenzione al bacino elettorale percepito come target.
Il risultato è che la produzione continua e quotidiana di menzogne demenziali, da parte di gazzettame e televisioncine che non si fanno alcun problema a presentare come verità incontrovertibili contenuti che in contesti normali vengono considerati produzioni deliranti a sfondo persecutorio (eventuali confutazioni sono sistematicamente derubricate a terrorismo) è la massima responsabile del lercio e putrefatto clima sociale in cui si trovano a vivere anche coloro che non accettano di vegetare come sudditi ossequienti al cospetto di un potere obeso e ben vestito.
"...Viviamo in una situazione che somiglia per alcuni versi a quella della Germania degli anni Trenta. Certo, per arrivare al genocidio di massa dovrebbe cambiare radicalmente una situazione economica ancora relativamente tranquilla; ma le premesse psicologiche di xenofobia ci sono tutte, [...]
La colpa di questa situazione, per il 30 percento, è dei normali problemi che sorgono ovunque tra comunità dalla diversa storia. Per il 70 percento, è dei media.
Una volta, il razzismo dichiarato era il patrimonio di un ristretto e relativamente innocuo gruppo di individui tatuati e ruttanti.
Nel 2001, il razzismo e la xenofobia sono stati resi rispettabili da Ferruccio de Bortoli, allora direttore del Corriere della Sera, che ha approfittato del triste caso umano di Oriana Fallaci, nella maniera che ben conosciamo. [...]
Sul principale quotidiano d'Italia, Oriana Fallaci può vantarsi di aver avuto intenzione di bruciare vivi alcuni somali rei di aver manifestato in una piazza di Firenze.
Un pacifico insegnante no global di Roma si trova citato, con tanto di nome e cognome, come autore della frase "Hitler non aveva tutti i torti". Una frase inventata di sana pianta, sparata così a centinaia di migliaia di lettori.
Il sottoscritto, traduttore di manuali tecnici, si trova accusato di voler devastare gli Uffizi di Firenze e di voler decapitare il David di Donatello.
Un ragazzo viene fermato per strada dalla polizia, che gli trova nella macchina una borsa piena di spiccioli, il frutto di una colletta fatta nella moschea per i poveri. Il fatto viene presentato come prova che le "moschee finanziano il terrorismo".
Una donna Rom chiede l'elemosina per strada a Lecco a una madre italiana con un bambino. Non tocca il bambino, ma viene processata e condannata per sottrazione di minore, perché - spiega l'avvocato d'ufficio - con il clima che hanno creato i media, non è possibile oggi far assolvere una zingara, e quindi ha dovuto patteggiare la pena.
Un'antropologa viene intervistata, con evidente approvazione del giornalista, mentre spiega che la legge dovrebbe vietare agli stranieri di comprare casa in Italia.
E così via, moltiplicato per mille, una pioggia incessante di odio. Esiste gente [...] che ha fatto di tutto per creare le premesse di un immenso pogrom. Possiamo solo sperare che l'economia tenga, e che le masse non abbiano bisogno di un capro espiatorio, perché il capro è già pronto."
(Miguel Guillermo Martinez Ball, 2005).
Tuttavia va constatato che alla servitù è richiesta, oltre ad un po' di professionalità, anche una certa dose di discernimento e di vera e propria fortuna. Altrimenti chiunque può spingere le proprie confutazioni fino a far cadere in un ridicolo auspicabilmente il più vasto possibile le produzioni mediatiche che la committenza è bene o male costretta a pagare, e a prezzi più o meno di mercato.
E proprio una confutazione a mani basse, di quelle che richiedono solo un po' di calma ed una passeggiata poco lontano da casa, è quella che si va in queste righe ad esporre. La vittima è una gazzettina chiamata "Il Giornale della Toscana", che ci siamo più volti concessi con piacere di additare al disprezzo ed allo scherno dei nostri lettori.
La foto in alto ritrae Piazza Santa Croce, a Firenze. E' stata scattata alle 21.20 del 23 aprile 2011.
Il file originale è disponibile qui, per chi volesse verificare gli EXIF tags. Non vi si nota alcuna traccia d'insihurezzeddegràdo, e la superficie di pietra della pavimentazione è letteralmente tirata a specchio.
"Il Giornale della Toscana" si trova da tempo in condizioni di dover riempire in qualche modo sei uscite settimanali sminuendo quello che sminuibile non è, ossia l'abiezione di cui l'area politica cui appartiene la committenza dà da troppo tempo quotidiano spettacolo. L'obiettivo è della massima importanza: fare a pugni con l'evidenza, a confronto, appare come una trascurabile inezia. Nella pratica, si devono battere a tappeto le poche aree della città che fanno da fòmite al bacino elettorale di riferimento, e fare di tutto per ricondurre ogni evento allo script propagandistico che vede insihurezzeddegràdo ai massimi vertici ovunque viga un'amministrazione politicamente invisa. Nel far questo, si ripete, la realtà non viene tenuta in alcun conto, e pace se si va a tirare nel mezzo l'iniziativa di un televisionaio anglosassone che è tra i principali colpevoli della "occidentalizzazione" del mondo, e che se svolta sotto gli auspici di politicanti non inquadrabili come bersagli avrebbe ricevuto recensioni monocordemente positive.

Il risultato è che nell'edizione del giorno seguente, 24 aprile 2011, quella gazzettina pubblica la foto che qui si riporta. Di rincalzo pontificano un certo Mario Tenerani, che di solito scribacchia di pallonerie, pallonate, pallonieri ed altra roba di fondamentale importanza per i destini della specie umana, ed altri due mangiaspaghetti di seconda fila.
Per riempire mezzo issue di piagnistei ("S. Croce: spente le luci di Mtv, torna terra di bivacchi - Ubriachi e spacciatori la fanno da padroni. Tappeto di bottiglie sul sagrato della basilica") hanno dovuto mettersi in tre.
Allora, quando chiude, questa sedicente "voce fuori dal coro"?

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