giovedì 30 settembre 2010

AmeriKKKa 2010. L'esercito più potente del mondo... ed elettori come questo.



Da Repubblica, un trafiletto ed un'immagine ripresi peraltro da centinaia di fonti in lingua inglese.

Gli agenti della polizia di Davenport, nell'Iowa, hanno arrestato David Jonathan Winkelman [quarantotto anni, n.d.a.] per non essersi presentato in aula per rispondere all'accusa di aver guidato un veicolo senza il consenso del proprietario. La foto segnaletica della polizia ha poi fatto il giro del mondo facendo diventare David una involontaria celebrità. La causa? Il tatuaggio sulla fronte dell'uomo: il logo di una stazione radio ("93 Rock" e "Quad City Rocker") che David, credendo a una trovata pubblicitaria di un Dj che prometteva un bel po' di soldi a chi si fosse fatto tatuare sulla fronte il nome della radio, si era fatto imprimere 10 anni prima [coinvolgendo nella cosa, riferiscono altre fonti, anche il proprio figlio. N.d.a.]

Il presidente amriki viene eletto da un collegio di elettori di secondo grado, a loro volta designati dal voto popolare. Secondo la costituzione, il presidente è anche -se non soprattutto, verrebbe da pensare- il comandante in capo delle forze armate: invia gli ordini ai vari comandi militari tramite l'ufficio del segretario alla Difesa e, affiancato dai capi dell'esercito, della marina, dell'aviazione e dei Marines, prende decisioni sulle strategie militari, gli armamenti e gli stanziamenti da destinarsi al settore.
L'arsenale nucleare amriki, di cui hanno responsabilità i rappresentanti politici eletti da individui come questo, conterebbe 9960 (novemilanovecentosessanta) testate, 5500 (cinquemilacinquecento) delle quali tenute in condizioni di pronto impiego operativo.

domenica 26 settembre 2010

Noam Chomsky: le dieci strategie della manipolazione mediatica



Come può constatare chiunque abbia preso la (molto discutibile) decisione di sprecare denaro e spazio per mettersi in casa un apparecchio televisivo, il mainstream mediatico più accessibile nello stato che occupa la penisola italiana è caratterizzato da cialtroneria, pochezza, incompetenza, scelte editoriali insultanti, viltà, corruttela, malafede, beceraggine e scoperta propensione alla pornografia e al servilismo. Curiosamente -ma i motivi ci sono, e vanno fatti risalire in blocco alla necessità di servire la committenza e al tempo stesso di salvaguardare autoreferenzialmente i propri interessi- non esiste nessuna di queste organizzazioni dedite alla diffusione di materiali mediatici che non tenga a definirsi "libera". Un concetto di "libertà" quantomeno particolare non meno che vastamente diffuso.
Noam Chomsky è un'autorità indiscussa della psicolinguistica, da sempre impegnato in politica su posizioni riferibili all'anarchismo e al socialismo libertario. Dal sito messicano Visiones Alternativas proviene questo scritto in cui si identificano le dieci strategie della manipolazione mediatica; il "lavoro" di gazzettiere e di bellimbusto televisivo, nel "paese" dove si mangiano maccheroni, si frequentano prostitute e si ciarla di pallone richiede competenza comprovata esclusivamente nel loro utilizzo. In altre parole non esiste produzione mediatica destinata all'"informazione" in cui non sia facilmente identificabile la messa in atto di una o più delle strategie qui descritte.
Il testo è stato tradotto e pubblicato in Voci dalla Strada.


1-La strategia della distrazione.
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso una tecnica che consiste nel fargli piovere addosso continui elementi distraenti ed informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Tenere l’attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2- Prima creare problemi, poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione-soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che sia il pubblico a richiedere le leggi sulla sicurezza e politiche restrittive della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la regressione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come a dei bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi ed una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicina alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse dodici anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, essa tenderà con certa probabilità ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico, come quella di una persona di 12 anni o meno" (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttare l'emozione è una tecnica classica per mandare in corto circuito le analisi razionali e, in conclusione, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette di spalancare l'accesso all’inconscio per impiantarvi o iniettarvi idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che il gap di conoscenze pianificato tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare ad opera delle classi inferiori".

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.

9- Rafforzare l’autocolpevolizzazione.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si autosvaluta e si incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano.
Negli ultimi cinquant'anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su se stesso.

sabato 25 settembre 2010

Discorso di Mahmoud Ahmadinejad all'Assemblea Generale dell'ONU, 23 settembre 2010



Traduzione integrale del testo riportato su president.ir

Intervento di Sua Eccellenza il Dr. Mahmud Ahmadinejad, presidente della Repubblica Islamica dell'Iran, alla sessantacinquesima Sessione della Assemblea Generale delle Nazioni Unite. New York, 23 settembre 2010.


Nel Nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso.

"Ogni lode ad Allah, Signore dell'Universo, e pace e benedizione sul nostro Maestro e Profeta Mohammad, sulla sua pura famiglia, sui suoi nobili compagni e su tutti i messaggeri divini".

"Oh Dio, affretta il ritorno dell'Imam Nascosto, concedi a lui buona salute e vittoria, ponici tra i suoi seguaci e tra coloro che attestano il suo buon diritto".


Signor Presidente,
Eccellenze,
Signore e Signori,

Sono grato a Dio Onnipotente che mi ha concesso la possibilità di comparire dinanzi a questa Assemblea mondiale ancora una volta. Vorrei cominciare ricordando coloro che hanno perso la vita nel terribile alluvione in Pakistan, ed esprimendo il mio sentito cordoglio alle famiglie che hanno perso i loro cari, al popolo ed al governo pakistano. Esorto tutti ad aiutare il proprio prossimo, uomini e donne, essendo questo un dovere umano.
Desidero ringraziare S.E. il signor Ali Abdussalam Treki, il presidente della sessantaquattresima sessione delle Nazioni Unite, per gli sforzi compiuti durante il suo mandato. Vorrei anche congratularmi con S.E. Joseph Deiss, il presidente della sessantacinquesima Assemblea generale del generale delle Nazioni Unite; gli auguriamo ogni successo.
Negli anni passati, ho parlato con voi di alcune delle mostre speranze e delle nostre preoccupazioni, tra le quali la crisi della famiglia, la sicurezza, la dignità umana, l'economia mondiale, i cambiamenti climatici così come dell'aspirazione alla giustizia e ad una pace duratura.
Dopo circa cento anni di dominio, il sistema capitalista e l'ordine mondiale attuale hanno dimostrato di non essere in grado di fornire soluzioni adeguate ai problemi delle società, così approssimandosi alla loro fine. Cercherò di esaminare le due principali cause di questo fallimento e di tratteggiare alcune caratteristiche di un futuro ordine ideale.

A) atteggiamenti e credenze
Come ben sapete, i profeti divini hanno la missione di chiamare tutti al monoteismo, all'amore e alla giustizia, e di indicare al genere umano il percorso che conduce verso la prosperità. Essi invitano gli uomini alla contemplazione e alla conoscenza, perché apprezzino meglio la verità e perché non cadano nell'ateismo e nell'egoismo. La natura essenziale del messaggio di tutti i profeti è una ed è sempre la stessa. Ogni messaggero ha confermato quello che lo ha preceduto, ha dato annuncio di un altro che lo avrebbe seguito ed ha presentato una versione più completa della religione in conformità con le capacità degli uomini a lui contemporanei. Tutto questo è continuato fino all'ultimo messaggero di Dio, che ha recato la definitiva e più completa religione.
In opposizione a ciò, l'egoista e avido si sono sempre levati contro questa chiara invocazione, rivoltandosi contro il messaggio dei profeti.
Nimrod contro Abramo, Faraone contro Mosè, gli avidi contro Gesù Cristo e Mohammad (la pace sia su tutti loro). Nei secoli recenti, l'etica e i valori umani sono stati respinti perché considerati arretrati. Sono stati anche descritti come nemici della scienza e della conoscenza, a causa dell'oppressione esercitata sull'uomo dai propugnatori della religione nel corso delle epoche oscure del mondo Occidentale.
Il fatto che l'uomo abbia interrotto la propria relazione con le sfere superiori lo ha staccato dalla sua più vera essenza.
L'uomo con le potenzialità che possiede per la comprensione dei segreti dell'universo, il suo anelito naturale verso la ricerca della verità, le sue aspirazioni di giustizia e di perfezione, la sua ricerca di bellezza e purezza e la sua capacità di rappresentare l'immagine di Dio sulla terra, è stato ridotto ad una creatura limitata al mondo materiale, investita dell'unico compito di massimizzare i piaceri individuali. La vera natura umana è stata sostituita dai semplici istinti.
Gli esseri umani e le nazioni sono stati concepiti come rivali tra loro e la felicità di un individuo o una nazione sono stati intesi in conflitto con quella altrui, nella prospettiva della eliminazione o della soppressione altrui. La cooperazione costruttiva e portatrice di progresso è stata sostituita da una lotta distruttiva per la sopravvivenza.
La brama di capitale e di dominio hanno sostituito il monoteismo, che rappresenta la via verso l'amore e l'unità.
La schiavitù ed il colonialismo sono nati da questo scontro generalizzato tra l'egoismo ed i valori divini. Una gran parte del mondo si trovò sotto il dominio di alcuni Stati occidentali. Decine di milioni di persone sono finite schiave e di decine di milioni di famiglie sono finite per questo disgregate. Tutte le risorse, i diritti e le culture dei popoli colonizzati sono stati saccheggiati. Terre sono state occupate e gli indigeni umiliati e uccisi in massa.
Tuttavia, le nazioni si ribellarono, il colonialismo è stato respinto e l'indipendenza delle nazioni è stata riconosciuta. Così, la speranza in un futuro fatto di rispetto, di prosperità e di sicurezza è rinata tra le nazioni. All'inizio del secolo scorso un bel dialogo sulla libertà, sui diritti umani e sulla democrazia ha creato la speranza che si sanassero le profonde ferite del passato. Oggi, tuttavia, non solo i sogni non si sono realizzati, ma si sono dovuti registrare eventi anche peggiori di quelli che li avevano preceduti.
A seguito di due guerre mondiali, dell'occupazione della Palestina, della guerra in Corea e in Vietnam, della guerra in Iraq contro l'Iran, dell'occupazione dell'Afghanistan e dell'Iraq, nonché di molte guerre in Africa, centinaia di milioni di persone sono state uccise, ferite o strappate alla loro terra.
La diffusione del terrorismo e delle droghe illecite, la povertà e le disuguaglianze sociali sono aumentati. I governi dittatoriali e golpisti dell'America Latina hanno commesso crimini senz precedenti con il sostegno dell'Occidente.
Piuttosto che disarmare si è preferito aumentare la proliferazione e l'accumulo delle armi nucleari, biologiche e chimiche, sottoponendo il mondo a più grande minaccia. Il risultato è che i medesimi obiettivi dei vecchi colonialisti e degli schiavisti vengono perseguiti sotto una nuova veste.

B) La gestione globale e le strutture di dominio.
La Società delle Nazioni e, successivamente, le Nazioni Unite sono state istituite con la prospettiva di portare la pace, la sicurezza e la realizzazione dei diritti umani, che in pratica implicavano l'adozione di una gestione globale.
Si possono analizzare le politiche di gestione del mondo attualmente in essere considerando tre eventi.
In primo luogo, l'evento del 11 settembre 2001, che ha coinvolto il mondo intero per quasi un decennio.
Tutto d'un tratto, la notizia dell'attacco alle Torri Gemelle è stata trasmessa corredata da numerose scene dell'incidente.
Quasi tutti i governi e i personaggi noti hanno condannato fermamente questo episodio.
Poi però è entrata in azione a tutta forza una macchina propagandistica, il cui assunto implicito era che tutto il mondo era esposto ad un pericolo enorme, ossia il terrorismo, e che l'unico modo per salvare il mondo era quello di dispiegare forze in Afghanistan.
Alla fine l'Afghanistan è stato occupato, e poco dopo è stato occupato l'Iraq.
Si prega di notare: fu detto che circa tremila persone sono state uccise l'11 settembre, un fatto per il quale siamo tutti molto addolorati. Eppure, a tutt'oggi in Afghanistan e in Iraq centinaia di migliaia di persone sono state uccise, milioni ferite e sfollate. e il conflitto è ancora in corso e sta espandendosi.
Era possibile tentare di individuare i responsabili dell'attacco secondo tre prospettive.
1 - L'attacco è stato effettuato da un gruppo terroristico molto potente e strutturato, in grado di attraversare con successo tutti gli strati della intelligence e della sicurezza americane.
Questo è il punto di vista principale, sostenuto dagli statisti americani.
2 - Alcuni settori all'interno del governo degli Stati Uniti hanno orchestrato l'attacco, per invertire il declino dell'economia americana e salvaguardare la presenza americana in Medio Oriente, anche per salvare il regime sionista.
La maggioranza del popolo americano, così come altre nazioni e certi politici sono d'accordo con questa visione.
3 - L'attacco è stato effettuato da un gruppo terroristico, ma il governo statunitense lo ha appoggiato ed ha approfittato della situazione. Apparentemente, questo è il punto di vista che ha meno sostenitori.
Le prove principali collegate all'accaduto sono state il ritrovamento di qualche passaporto in mezzo all'enorme volume di macerie, ed un video di un individuo il cui domicilio era sconosciuto, ma che si disse era stato coinvolto in accordi petroliferi con alcuni ufficiali americani. Si è inoltre scoperto ed affermato che a causa dell'esplosione e dell'incendio nessuna traccia degli attentatori suicidi è stata trovata.
Restano, tuttavia, alcune domande a cui rispondere.
1 - Non sarebbe stato razionale procedere prima ad una approfondita indagine condotta da gruppi indipendenti per identificare con certezza gli elementi coinvolti negli attacchi, e poi tracciare un piano razionale di contromisure nei loro confronti?
2 - Anche facendo proprio il punto di vista del governo americano, è razionale scatenare una guerra di tipo tradizionale, con un dispiegamento di soldati che ha portato alla morte di centinaia di migliaia di persone solo per contrastare un gruppo terroristico?
3 - Non era possibile agire nel modo in cui ha agito l'Iran per combattere il gruppo terroristico Riggi, che ha ucciso o ferito quattrocento persone innocenti in Iran? Nell'operazione iraniana nessuna persona innocente è rimasta ferita.
Noi proponiamo che le Nazioni Unite istituiscano un gruppo di indagine indipendente sui fatti dell'11 settembre, in modo che in futuro non sia vietata l'espressione di alcun punto di vista su quanto accaduto.
Voglio annunciare qui che l'anno prossimo la Repubblica Islamica dell'Iran ospiterà una conferenza per studiare il terrorismo e gli strumenti per affrontarlo. Invito i funzionari, gli studiosi, i pensatori, i ricercatori e gli istituti di ricerca di tutti i paesi a partecipare a questa conferenza.
In secondo luogo, che dire sull'occupazione dei territori palestinesi?
Il popolo oppresso di Palestina ha vissuto sotto il dominio di un regime di occupazione per sessant'anni, è stato privato della libertà, della sicurezza e del diritto all'autodeterminazione, mentre gli occupanti hanno ottenuto ogni riconoscimento. Ogni giorno si distrugge la casa sulla testa di donne e bambini innocenti. Si privano le persone di acqua, cibo e medicine nella loro stessa patria. I sionisti hanno imposto cinque guerre a tutto campo contro i paesi limitrofi e contro il popolo palestinese.
I sionisti hanno commesso i crimini più orribili contro la popolazione inerme nelle guerre contro il Libano e contro Gaza.
Il regime sionista ha attaccato una flottiglia umanitaria in aperta sfida al diritto internazionale ed uccide civili.
Questo regime, che gode del sostegno assoluto di alcuni paesi occidentali, minaccia regolarmente i paesi della regione e continua pubblicamente ad annunciare l'assassinio di personaggi pubblici palestinesi e di altre persone, mentre i difensori dei palestinesi e chi si oppone a questo regime vengono tenuti sotto pressione, etichettati come terroristi e come antisemiti. Tutti i valori, anche la libertà di espressione, in Europa e negli Stati Uniti sono stati sacrificati sull'altare del sionismo.
Ogni soluzione è destinata a fallire perché il diritto del popolo palestinese non viene tenuto in alcuna considerazione.
Avremmo assistito a crimini tanto orrendi, se invece di riconoscere l'occupazione si fossero riconosciuti i diritti di sovranità del popolo palestinese?
Noi proponiamo senza alcuna ambiguità che i profughi palestinesi ritornino nelle loro terre di origine e che sia il popolo palestinese con il proprio voto a decidere in merito all'esercizio della sovranità e dell'assetto governativo.
In terzo luogo, viene la questione dell'energia nucleare.
L'energia nucleare è pulita ed economica; un dono del cielo che è tra le alternative più adatte per abbattere l'inquinamento derivante dai combustibili fossili.
Il Trattato di non Proliferazione (TNP) consente a tutti gli Stati membri di utilizzare l'energia nucleare senza limiti e la International Atomic Energy Agency ha il compito di assistere agli Stati membri fornendo supporto tecnico e giuridico.
La bomba atomica è la peggiore arma disumana mai inventata, e deve essere completamente eliminata. Il trattato di non proliferazione nucleare proibisce di svilupparne e di accumularne ed invita al disarmo nucleare.
Nondimeno, si noti che cosa hanno fatto alcuni paesi, che al tempo stesso sono possessori di armi atomiche e membri permanenti del Consiglio di Sicurezza: hanno equiparato l’energia nucleare alla bomba atomica, allontanando questa forma di energia dalla portata di molte nazioni instaurando un regime di monopolio ed esercitando pressioni sulla IAEA, continuando nel frattempo a mantenere, ingrandire e migliorare i propri arsenali nucleari.
Le conseguenze sono state queste: non solo il disarmo nucleare non è stato realizzato, ma le bombe atomiche sono proliferate in molte regioni, compreso il regime sionista invasore e intimidatorio.
Vorrei proporre qui che l’anno 2011 sia proclamato anno del disarmo nucleare: “energia atomica per tutti, armi atomiche per nessuno".
In tutti questi casi le Nazioni Unite non sono state in grado di intraprendere alcuna azione efficace. Sfortunatamente, nel decennio definito “Decennio internazionale della cultura e della pace” centinaia di migliaia di persone sono state uccise o ferite a causa di guerre,di aggressioni e di occupazioni, mentre ostilità ed antagonismi sono cresciuti.

Signore e signori, molto recentemente il mondo ha assisito all'atto turpe ed inumano del rogo del Sacro Corano.
Il Sacro Corano è il Libro Divino e rappresenta il miracolo eterno del Profeta dell'Islam. Esso esorta alla devozione verso il Dio Unico, alla giustizia, alla compassione verso il prossimo, allo sviluppo ed al progresso, alla riflessione ed al pensiero, alla difesa degli oppressi ed alla resistenza contro gli oppressori. Esso ricorda con rispetto i precedenti Messaggeri divini come Noè, Abramo, Isacco, Giuseppe, Mosè e Gesù Cristo (la pace sia su tutti loro) e ne avalla la testimonianza... Hanno bruciato il Corano per bruciare tutte queste verità e tutti questi buoni giudizi. Ma la verità non può essere arsa. Il Corano è eterno perché sono eterni Dio e la verità. Questo gesto è stato un gesto malvagio, come lo sono tutte le azioni che approfondiscono le separazioni e le distanze tra le nazioni. Dovremmo saggiamente evitare di diventare marionette nelle mani di Satana. In nome della nazione iraniana, io esprimo il mio rispetto a tutti i libri divini e a tutti i loro seguaci. Questo pè il Corano, questa è la Bibbia. Io tributo il mio rispetto ad entrambi.

Stimati amici, per anni abbiamo assistito all’inefficienza del capitalismo e delle attuali strutture di governo del mondo, e la maggioranza degli stati e delle nazioni sono da tempo alla ricerca di cambiamenti radicali, affinché possa prevalere la giustizia nelle relazioni globali.
La causa dell’inettitudine delle Nazioni Unite sta nel loro assetto ingiusto. I poteri più rilevanti sono monopolio del Consiglio di Sicurezza, grazie al diritto di veto, mentre il pilastro fondamentale dell’organizzazione, e cioè l’assemblea generale, ha di fatto un'importanza marginale. Negli ultimi svariati decenni, almeno uno dei membri del consiglio di sicurezza è stato anche parte in causa in varie dispute.
Il diritto di veto garantisce impunità per gli atti di aggressione e di occupazione. Come ci si può attendere una gestione competente, quando sono parti in causa nella disputa coloro che sono giudici e pubblica accusa allo stesso tempo? Se l’Iran avesse goduto del diritto di veto, secondo voi il consiglio di sicurezza e il direttore generale della IAEA avrebbero assunto le stesse posizioni sulla questione nucleare?

Cari amici, le Nazioni Unite sono l'organizzazione chiave per il coordinamento della gestione globale. La loro struttura va riformata, in modo che tutti gli stati e le nazioni indipendenti possano prendere parte alla gestione globale in modo attivo e costruttivo.
Il diritto di veto dovrebbe essere revocato, l’assemblea generale dovrebbe diventare l'istituto più importante, il Segretario Generale dovrebbe trovarsi in una posizione di totale indipendenza, e tutte le sue decisioni dovrebbero essere prese con l’approvazione dell’assemblea generale ed essere dirette alla promozione della giustizia e all’eliminazione delle discriminazioni.
Il Segretario delle Nazioni Unite non dovrebbe essere sottoposto a pressioni da parte dei poteri del paese che ospita l’Organizzazione quando afferma la verità e amministra la giustizia. Noi suggeriamo che entro un anno, nell’ambito di un programma di sessione straordinaria, l’assemblea generale completi la riforma strutturale di questa Organizzazione.
La Repubblica Islamica dell’Iran ha delle proposte precise in questo senso, ed è pronta a partecipare in modo attivo e costruttivo al processo di riforma.

Signore e signori, io proclamo chiaramente che l’occupazione di altri paesi condotta con il pretesto della libertà e della democrazia costituisce un crimine imperdonabile. Il mondo ha bisogno della logica della compassione, della giustizia e della partecipazione inclusiva, non della logica della forza, del predominio, dell’unilateralità, della guerra e dell’intimidazione.
Il mondo deve essere governato da gente virtuosa come i Profeti divini.
Le due grandi aree geografiche, dell’Africa e dell’America latina hanno conosciuto uno sviluppo radicale nel corso degli ultimi decenni. I nuovi atteggiamenti diffusi in questi due continenti, basati su un accresciuto livello di integrazione e di unità, come sull'adozione di modelli locali per la crescita e lo sviluppo, hanno portato frutti notevoli ai popoli di quelle regioni. La saggezza e la lungimiranza dei leader di questi due continenti hanno superato i problemi imposti dalle crisi regionali senza l’interferenza dominatrice di poteri non regionali.
Negli ultimi anni la Repubblica Islamica dell’Iran ha incrementato le proprie relazioni con l’America latina e con l’Africa sotto tutti i punti di vista.
Parliamo ora del glorioso Iran.
La Dichiarazione di Tehran è stata un passo fortemente costruttivo verso la fiducia reciproca, che è stato reso possibile dalla ammirevole buona volontà dei governi del Brasile e della Turchia, insieme alla sincera collaborazione del governo iraniano. Per quanto la dichiarazione sia stata accolta da qualcuno in modo inappropriato, e sia stata seguita da una risoluzione illegale, rimane del tutto valida. Noi abbiamo rispettato i regolamenti della IAEA ben più di quanto ci imponessero i nostri doveri, ma non ci siamo mai sottomessi a pressioni imposte in modo illegale, e mai lo faremo.
È stato detto che qualcuno vuole obbligare l’Iran al dialogo. Bene, prima di tutto l’Iran è sempre stato pronto ad un dialogo che sia basato sul rispetto e sulla giustizia. In secondo luogo, i metodi basati sulla mancanza di rispetto per le nazioni sono diventati da tempo inefficaci. Coloro che hanno usato l’intimidazione e le sanzioni come risposta alla chiara logica della nazione iraniana, stanno di fatto distruggendo quel poco che rimane della credibilità del Consiglio di Sicurezza, e della fiducia delle nazioni in questa istituzione, dimostrando ancora una volta quanto esso funzioni in modo ingiusto. Quando costoro minacciano una grande nazione come l’Iran, che è conosciuta nella storia per i suoi scienziati, per i suoi poeti, per i suoi artisti e per i suoi filosofi filosofi, una nazione la cui cultura e civiltà sono sinonimo di purezza, di rispetto di Dio e di ricerca della giustizia, come possono aspettarsi di veder crescere la fiducia delle altre nazioni nei loro confronti?
È inutile ripetere che i tentativi di governare il mondo adottando una politica di dominio sono falliti. Non solo l’epoca della schiavitù, del colonialismo e del dominio del mondo è tramontata, ma perfino la strada per cercare di restaurare vecchi imperi è ormai bloccata. Abbiamo annunciato che siamo pronti ad un serio ed aperto confronto con gli statisti americani, per poter esprimere in modo trasparente le nostre opinioni su argomenti di grande importanza per il mondo, in questa stessa sede.
Proponiamo qui che per avere un dialogo costruttivo venga anche istituito un dibattito annuale, nell'àmbito dell’assemblea generale.

In conclusione.
Amici e colleghi, la nazione iraniana e la maggioranza delle nazioni e dei governi nel mondo sono contrari all’attuale assetto mondiale basato su fondamenti discriminatori. La natura disumana di questo tipo di gestione l’ha portata in un vicolo cieco, ed ora è necessario riconsiderarla a partire dalle radici.
Per ricostruire le relazioni mondiali e per riportare la tranquillità e la prosperità sono necessari la partecipazione di tutti, intenzioni oneste, ed il contributo sia umano che divino.
Condividiamo tutti l'idea che la giustizia sia l’elemento fondamentale per la pace e per una sicurezza duratura, e per il diffondersi dell’amore fra i popoli e le nazioni. E’ nella giustizia che l’umanità cerca la realizzazione delle proprie aspirazioni, dei diritti e della dignità, mentre soffre nell’oppressione, nell’umiliazione e nei maltrattamenti.
La vera natura dell’umanità si manifesta nell’amore per gli altri esseri umani e nell’amore per tutto ciò che è bene nel mondo. L’amore è la miglior base di partenza su cui costruire le relazioni fra i popoli e le nazioni.
Come disse Vahshi Bafqi, il grande poeta iraniano, “Potrai bere mille volte alla fontana della giovinezza, ma comunque morirai se non possiedi la salda presa dell’amore”.
Nel riempire il mondo di purezza, di sicurezza e di prosperità, gli uomini non sono più rivali, ma compagni.
Coloro che vedono la propria felicità soltanto nelle sofferenze altrui, e il proprio benessere e la sicurezza soltanto nell’insicurezza altrui, coloro che si ritengono superiori agli altri non stanno percorrendo il cammino dell’umanità, ma quello del male.
L’economia e i mezzi materiali sono soltanto strumenti per servirne altri, per creare amicizia e per rafforzare i rapporti umani tesi al raggiungimento della perfezione spirituale, e non sono strumenti per vantarsi né mezzi per dominare gli altri.
L’uomo e la donna si completano a vicenda, ed una famiglia basata su una pura, amorosa e duratura relazione fra gli sposi è garanzia per la continuità e la crescita delle nuove generazioni, per i veri piaceri, per la diffusione dell’amore e per il miglioramento della società.
La donna è riflesso della bellezza divina, è sorgente di amore e di attenzioni. La donna custodisce la purezza della società e tutto quanto vi è in essa di meglio.
La libertà è un diritto divino che deve servire alla pace e al perfezionamento dell’essere umano. I pensieri puri e la volontà dei giusti sono le chiavi per accedere ad una vita pura, piena di speranza, di vitalità e di bellezza.
Questa è la promessa di Dio, che saranno i puri ed i giusti ad ereditare la terra. E saranno persone prive di egoismo a decidere il destino del mondo, e allora non vi saranno più tracce di dolore, di discriminazione, di povertà, di insicurezza e di aggressioni. Arriverà un giorno il momento della vera felicità e del pieno fiorire della vera natura dell’umanità come Dio l’ha sempre intesa.
Tutti coloro che cercano la giustizia e tutti gli spiriti liberi hanno atteso a lungo questo momento, con la promessa di un tempo glorioso.
Il più perfetto essere umano, il vero servo di Dio ed il vero amico dell’umanità, l'uomo il cui padre apparteneva alla discendenza dell’amato Profeta dell’Islam, e la cui madre era fra coloro che davvero credevano in Gesù Cristo, attenderà insieme a Gesù figlio di Maria e agli altri giusti di manifestarsi in quei giorno luminosi, per portare all'umanità il suo aiuto.
Serriamo i nostri ranghi e andiamo in cerca della giustizia, per preparare il loro benvenuto.
Rendiamo onore all’amore ed alla devozione, alla giustizia ed alla libertà, onore alla vera umanità; rendiamo onore al più perfetto degli uomini e al vero compagno dell’umanità; che la pace sia su tutti voi, e su tutti i giusti e i puri.

Grazie.

venerdì 24 settembre 2010

Mahmoud Ahmadinejad intervistato alla TV amriki



L'influenza "culturale" amriki, negli anni in cui le è stato consentito il massimo dispiegarsi ha fatto sì che anche nella penisola italiana una perdita di tempo televisiva di durata variabile, detta "talk show", acquisisse un'importanza fondamentale nella manipolazione dell'opinione pubblica e nel controllo del consenso. Un utilizzo intensivo di questo strumento e la ripresa delle sue istanze da una fitta corona di fonti mediatiche prossime agli interessi di chi ne organizza la messa in onda hanno caratterizzato praticamente tutta la comunicazione politica mainstream degli ultimi venti anni.
Il setting viene impostato in questo modo: da una parte c'è il cosiddetto ospite, il più delle volte un "avversario politico" da distruggere, dall'altra il conduttore o "moderatore". Solitamente, il conduttore non è dotato di alcuna vera competenza in merito agli argomenti da discutere; in compenso conosce molto bene una manciata di artifici retorici, qualche slogan ed alcune tecniche di denigrazione; dal punto di vista della committenza è essenziale che il conduttore riesca a non far percepire come credibile al pubblico alcuna delle tesi difese dall'ospite, presentate in ogni caso come specularmente opposte a quelle del committente, a loro volta designate come incarnazione stessa del pubblico bene e del buon governo. Davanti ad una troppo evidente impresentabilità delle istanze del committente, la trasmissione segue un andamento tale che la combinazione tra effetto recency ed effetto primacy, in questo duello fittizio, si articoli in modo da favorire in ogni modo la committenza.
Il mainstream peninsulare ha visto alternarsi nel ruolo di conduttore figure "occidentalisticamente" tipiche.
Una delle più note è rappresentata da un gazzettiere di repellente grassezza, negli scorsi anni incessantemente impegnato a dimostrare che chiunque asserisse atti come l'aggressione all'Iraq essere frutto di inqualificabile prevaricazione -e per giunta imbastiti su una assoluta mancanza di conoscenza della realtà e su una protervia senza limiti- non poteva che farlo perché nostalgico di regimi impresentabili.
Un altro caso è dato da un tizio occhialuto e manesco, sedicente critico d'arte, che tra i primi importò nella penisola italiana la moda amriki dell'aggredire fisicamente chiunque osasse contraddirlo. Simili comportamenti questo soggetto li ha messi in atto per anni nell'indulgenza generale, con avversari presumibilmente scelti tra individui poco inclini a rispondergli sfondandogli la cassa toracica a calci come avrebbe peraltro meritato, e come gli sarebbe sicuramente successo in contesti meno protetti e meno condiscendenti.
In altre parole, i talk show televisivi sono invariabilmente organizzati in modo da far giungere al pubblico i messaggi della committenza in merito a questioni che la committenza giudica rilevanti, non certo messaggi di individui od organizzazioni competenti in merito a questioni importanti di per sé.
Se pensiamo che l'ayatollah Khomeini dicono asserisse che i mass media dovevano essere "pieni di talento e svelare le macchinazioni del nemico", il caso dei talk show, tipico esempio di produzione "occidentalista", rappresenta esattamente qualcosa di opposto: cialtroneria asservita agli interessi del Nemico.
Almeno quando funzionano secondo le intenzioni della committenza; viceversa, le sorprese non mancano.

Una sera di settembre una roba del genere è andata in onda sul canale televisivo amriki CNN, specializzato in "news" o roba del genere.
Parti in campo, Mahmoud Ahmadinejad, presidente della Repubblica Islamica dell'Iran, nel ruolo di vittima designata, e tale Larry King nel ruolo del conduttore.
Di Mahmoud Ahmadinejad, in questa sede, si è a volte fornita traduzione dei discorsi pronunciati in pubblico, in modo che i lettori di questo blog potessero farsi in proprio un'idea di quanto appropriate fossero le accuse di antisemitismo, di negazionismo e simili che costituiscono il commento invariabile di qualunque cosa Ahmadinejad dica o faccia. Mahmoud Ahmadinejad utilizza per interpretare il reale una weltanschauung basata sull'Islam sciita, è sposato da decenni con la stessa donna ed ha uno stile personale e comunicativo basato su una sobrietà e su una concretezza a volte al limite dello spartano.
Sul conduttore è eloquente l'articolo in link da Wikipedia, una fonte che pure non è la Verità ma che accenna a "problemi legali di ordine finanziario" e cita per esteso gli 8 (otto) matrimoni di questo individuo, molto amrikanamente vittima di un imponente attacco cardiaco all'età di anni cinquantaquattro.

Lawrence Harvey Zeiger, detto Larry King. Quando le caricature non servono.

Giocherellare con le caricature ed i ritocchi fotografici è uno degli sport preferiti degli scribacchini "occidentalisti" più consapevoli del proprio minuscolo ruolo: le caricature del presidente Ahmadinejad in cui vengono accentuati gli aspetti scimmieschi della sua fisionomia costituiscono una produzione abbondante.
Non sappiamo se qualcuno abbia mai caricaturalizzato Larry King, ma una rapida occhiata ci porterebbe a concludere che non ve ne sia alcun bisogno.
Un'altra cosa da notare è che il corrente sentire "occidentalista" non trova alcunché da ridire circa i matrimoni in serie, come gli otto inanellati da King, mentre trova insopportabile l'idea dei matrimoni in parallelo, la cui pratica, asserita abituale e inevitabile, viene d'arbitrio e d'ufficio ascritta in blocco all'islàmme...
Qualcuno ha postato su Youtube il video della trasmissione ed un signore di nome Massimo Mazzucco ne ha fatto un rapido riassunto, che riportiamo di séguito. I commenti presenti su Youtube portano pressappoco alle sue stesse conclusioni.
Nessuno dei due contendenti si è lasciato andare a prodigi di logica o a dichiarazioni memorabili; l'importanza del filmato sta nel fatto che qualunque bellimbusto televisivo, per quanto ringhioso ed ammanicato sia, può essere messo meritatamente in condizioni di non nuocere da chi abbia un minimo di cognizione di causa e sia disposto ad utilizzare le stesse armi di chi viene pagato per denigrarlo in diretta.

E’ appena andata in onda sulla CNN l’intervista di Mahmoud Ahmadinejad realizzata da Larry King, in occasione della visita annuale alle Nazioni Unite del presidente iraniano. Contrariamente a quanto avvenuto l’anno scorso, quando King aveva intervistato Ahmadinejad cercando di restare super partes, in questa occasione il conduttore della CNN ha scelto di indossare chiaramente i panni dell’americano, attaccando il presidente iraniano in modo diretto e univoco, su tutte le questioni più importanti attualmente in discusione. In questo modo ha permesso ad Ahmadinejd di ribattere colpo su colpo, finendo per non concedere a King nemmeno un punto in tutta la partita.

Quando King ha chiesto di trattare in modo compassionevole i “turisti” americani che erano sconfinati per sbaglio in Iran un anno fa, Ahmadinejad ha risposto che la sicurezza nazionale viene prima di ogni altra cosa, e che gli Stati Uniti non si sarebbero certo comportati in modo diverso dal loro, in un caso simile.

Quando King ha chiesto notizie su un agente dell’FBI scomparso tre anni fa in Iran, Ahmadinejad ha risposto con tagliente ironia che “dovrebbe essere l’FBI a fare più attenzione a dove vanno a finire i suoi uomini.”

Quando King ha detto che “il mondo è preoccupato per la possibilitò che l’Iran venga in possesso di armi atomiche”, ...

... Ahmadinejad gli ha chiesto “che cosa intende esattamente, per ‘il mondo’?” E poi ha aggiunto, con il solito sorriso sornione: “A me risulta che il mondo sia molto grande, e che ci siano moltissimi paesi che non solo non si preoccupano affatto di questa eventualità, ma che vedono addirittura con favore lo sviluppo pacifico dell’energia atomica in Iran”.

Costretto a ridurre la sua definizione di “mondo” a Stati Uniti ed Israele, King si è sentito rispondere “E perchè mai noi dovremmo farci carico di tranquillizzare questo signor Netaniahu? Chi è costui, per meritare così tanta attenzione da parte nostra?” E poi ha aggiunto: “Anzi, a quel che ne so io Netaniahu è un criminale professionista, che ha uccisio decine di migliaia di civili innocenti, e che andrebbe processato davanti ad un tribunale internazionale. Invece voi siete qui a chiederci di farlo dormire tranquillo di notte”.

E quando King ha provato ad insistere sulla faccenda del rischio atomico, si è sentito rispondere che “la bomba atomica è l’arma più orribile di questo mondo. Non solo l’Iran non ce l’ha e non intende costruirla, ma bisognerebbe piuttosto disarmare al più presto chi la possiede, ovvero gli Stati Uniti e Israele. Sono loro a mettere per primi a repentaglio la sicurezza mondiale, mentre accusano gli altri di farlo.”

King a quel punto si è salvato in angolo, chiamando la pubblicità.

Nel segmento successivo King ha deciso di attaccare Ahmadinejad sul fronte dei diritti umani, accusandolo di non permettere le libere proteste in Iran. Per tutta risposta Ahmadinejad gli ha ricordato che poco tempo fa, a Pittsburgh, la polizia ha selvaggiamente caricato i dimostranti che protestavano contro il G8. “E lei mi vorrebbe dire – ha chiesto Ahmadinejad alla fine - che in America invece c’è la libertà di protestare?”

“Ma noi non li mettiamo in prigione!” ha provato a replicare King. “Ah no? – lo ha deriso Ahmadinejad – mi vuole forse dire che gli oltre 2 milioni e mezzo di cittadini attualmente in prigione in America sono tutti assassini, criminali o spacciatori di droga?”

A quel punto King ha pensato bene di ripiegare su quello che riteneva il suo asso nella manica, ovvero la famosa donna iraniana condannata alla lapidazione, ma anche in questo caso gli è andata male. Ahmadinejad gli ha risposto serafico che “prima di tutto la condana definitiva non è ancora stata emessa. In secondo luogo, quella della lapidazione è una storia falsa, inventata di sana pianta da un giornalista tedesco, e ripresa subito da tutti i media occidentali.”

Che fosse vero o no, King non ha saputo replicare, e anche in questo caso ha invocato la pubblicità.

Il terzo round è stato dedicato da Larry King ai rapporti con gli USA e alle sanzioni internazionali. Alla frase di King “Hillary Clinton ha detto che l’Iran sta soffrendo pesantemente per le sanzioni internazionali”, Ahmadinejad non ha saputo trattenere una mezza risata, e ha risposto che loro sono talmente abituati alle sanzioni, che incombono sull’Iran da circa 30 anni, che ormai non ci fanno più caso. “Anzi – ha aggiunto Ahmadinejad – tutte queste sanzioni hanno finito per stimolare la nostra fantasia, portandoci a trovare soluzioni sempre più nuove e produttive per la nostra economia. Piuttosto – ha aggiunto, diventando improvvisamente serio – mi spiega perchè gli Stati Uniti si permettono di applicare all’Iran sanzioni molto più gravi di quelle autorizzate ufficialmente dalle Nazioni Unite? Tutto questo non è illegale forse?”

Pubblicità.

L’ultimo round non poteva che essere dedicato ad Israele, e King è partito all’attacco, dicendo ad Ahmadinejad che “Fidel Castro di recente l’ha criticata per non saper riconoscer il giusto ruolo dell’antisemitismo nel mondo”.

“Guardi – ha replicato Ahmadinejad serafico – proprio ieri ho ricevuto un messaggio da Fidel Castro, il quale mi diceva che di non aver mai pronunciato quella frase. Le sue dichiarazioni sono state completamente distorte, come al solito, dalla stampa occidentale”. Mentre King barcollava, Ahmadinejad ne ha approfittato per contrattaccare: “Piuttosto, mi dica lei, perchè gli Stati Uniti continuano a proteggere e ad aiutare in modo così plateale lo stato di Israele?"

Fingendo ovvietà, King ha risposto: “Perchè sei, sette milioni di loro sono stati uccisi durante l’olocausto, noi siamo un paese umanitario, e li vogliamo aiutare”.

“Ah sì? – ha replicato Ahmadinejad con sarcasmo – davvero quello è il motivo? Allora lei vuole dire che, poichè è appena stato ucciso un milione di iracheni, i sopravvissuti hanno diritto di venire ad esempio in America, e costruire qui la loro nazione?”

King non sapeva più dove aggrapparsi, ma Ahmadinejad non gli ha dato tregua, aggiungendo: “Durante la guerra, se è solo per quello, sono morti 80 milioni di persone. Questo vuol dire che dobbiamo dare una terra a tutti i sopravvissuti di tutte quelle nazioni?”

Insomma, non c’è stato modo per l’esperto giornalista di portare a casa un solo punto per la sua “nazione”. Anzi, talmente esperto è Larry King, e talmente brutta è stata la figura che ha fatto con Ahmadinejad, che viene quasi il dubbio che l’anziano “Mr. Bretella” abbia deciso di immolarsi volontariamente, pur di permettere ad Ahmadinejad di dire cose che nessun altro al mondo ha il coraggio di dire. Lui compreso, probabilmente.

giovedì 23 settembre 2010

"La Nazione" di Firenze: quando la cialtroneria incontra la scarogna


Dalla homepage della famosa gazzettina "occidentalista" in oggetto, che da oltre centocinquant'anni contribuisce -con successi parecchio inferiori all'impegno profuso, si direbbe- all'ottundimento del pubblico fiorentino e alla diffusione presso di esso di nobili sentire quali l'elogio della guerra d'aggressione e l'esaltazione dell'individualismo demente, viene la screenshot qui sopra.
Il primo articolo, il 23 settembre 2010, celebra roba di pallone fatta da undici strapagati vestiti di viola; quando quelli vestiti di viola non pallonano, di solito c'è una macchina di gendarmi con sotto un titolo del tipo "arrestato negro". In questo caso l'elogio istituzionale spetta a un pompiere, e il securitarismo d'accatto a due rapinatori maldestri.
Il servilismo verso i potenti e il mantenimento di quel clima artefatto di terrore sociale che permette alla politica "occidentalista" di vivere evitando con ogni cura di occuparsi di problemi concreti hanno, presso i gazzettieri di piazza Ghiberti, il curioso nome di "stampa libera" o roba del genere. Va anche notato che refusi, strafalcioni e clamorosi errori di ortografia sono una costante per questa gazzettina, e questo nell'epoca dei correttori ortografici.
A questo giro ci si è messa anche la malasorte. Non sappiamo con quale criterio vengano scelti gli "annunci Google" destinati alla pubblicazione, e non abbiamo neanche idea di chi possa essere interessato a sapere che per trentun euro è possibile morire a Mirabilandia...

martedì 21 settembre 2010

Saverio Tommasi alla scoperta della Lega Nord - Festa dei Popoli padani 2010



L'attore Saverio Tommasi, fazzoletto verdastro al collo, si è infiltrato in una manifestazione della Lega Nord ed è andato in giro ponendo domande con la videocamera accesa e con l'aria più innocente di questo mondo; il video raccoglie impressioni, commenti, razzismi e secessionismi assortiti.
L'intento di Tommasi è quello di "smascherare l'ipocrisia e la falsità di un partito che urla contro Roma ladrona e che a Roma mangia e governa (malissimo), da anni".
Il 2010 si avvia al suo ultimo trimestre con il maggior partito "occidentalista" della penisola italiana intento a dare al mondo intero uno spettacolo miserando come al solito e dunque perfettamente rappresentativo dei sudditi che vi bivaccano, a grande maggioranza dotati di adamantine incompetenze e di un'autoconsapevolezza che perfino uno scarafaggio troverebbe inadeguata. Tuttavia, a indossacravatte e gazzettieri a rimorchio questo non lascia presagire gran che per il futuro: il travaso di potenziali elettori attivi e di attenzione mediatica nei confronti della Lega Nord -destinata pressappoco allo stesso bacino elettorale- è dunque già in atto da tempo, cosa che rende attuale e degnissima di lode l'iniziativa di Tommasi.
Le immagini sono state raccolte in un contesto che è frutto del pastiche di tradizioni inventate e storiografia aggiustata su cui il partito "occidentalista" più segnato dal populismo e dalla autoreferenziale incompetenza di elettori attivi e passivi ha basato la propria immagine e la propria legittimazione.
Il video non mostra soltanto consumi alimentari poco salutari, comportamenti di assoluta ebefrenia e ragazze di cui tutto è criticabile, dall'abbigliamento alla scelta del partner (forse occasionale, con buona pace delle radici cristiane dell'Europa): contiene anche qualche inquadratura rivelatrice, come quelle in cui si mostrano merchandising destinato ai cani, e cani con esso abbigliati.
Difficile pensare ad un utilizzo più appropriato, per dei simboli di partito "occidentalisti".

lunedì 20 settembre 2010

Ahmadinejad: "L'era delle tirannie prevaricatrici è finita".


Traduzione integrale del testo riportato su president.ir.


In una intervista in esclusiva per il canale televisivo statunitense ABC, il presidente ha raccomandato al personale della Casa Bianca che nel confrontarsi con la civile, potente e culturalmente ricca nazione iraniana non si utilizzino minacce e metodi fuori dalle leggi, così come di cessare di far ricorso alle scorrettezze per gestire i rapporti internazionali.

Il dottor Ahmadinejad, giunto a New York sabato sera dopo un viaggio di ventun ore inframezzato da brevi soste in Siria ed in Algeria, ha sottolineato nel corso dell'intervista che "l'era delle tirannie prevaricatrici è finita e coloro che si rifanno ai loro metodi andranno incontro ad una sicura sconfitta". In merito alla recente risoluzione che introduce sanzioni economiche contro l'Iran, il Presidente ha affermato che "La nazione iraniana ha fatto da trent'anni l'abitudine ai comportamenti immorali del mondo occidentale ed ha imparato a trasformare le minacce americane che accompagnano ogni volta le sanzioni in altrettante nuove opportunità".
Il dottor Ahmadinejad ha aggiunto: "ricorrere a simile misure illegali non porterà ad altro risultato che la marginalizzazione di quanti vorrebbero marginalizzare gli altri".
Rispondendo ad una domanda inerente la preoccupazione espressa da alcune persone all'interno del suo paese, timorose della mancanza di seria considerazione nei confronti delle sanzioni, ha specificato: "In Iran tutti possono esprimere il proprio punto di vista e la propria opinione: non esistono limiti a questo genere di espressione. Il governo ha preso le sanzioni molto seriamente ma questo non significa che si debba dare per scontato che esse sanzioni avranno per forza un effetto negativo. Il governo è dell'opinione che a seguito delle sanzioni l'Iran compirà invece ulteriori progressi".
Il Presidente ha affermato: "La nazione iraniana è civile, potente e culturalmente ricca e non ha bisogno di dipendere dalle altre nazioni. Avere relazioni con le altre nazioni è prezioso, ma questo non significa che gli atti di forza o le sanzioni possano avere effetti negativi sul percorso che la nazione iraniana segue per il proprio progresso".
Ha detto che ogni più piccolo movimento di materiali nucleari viene svolto sotto la supervisione dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA), perché a questo riguardo non esista alcuna incertezza.
Sottolineando il fatto che alcuni ispettori dell'agenzia hanno violato la legge distorcendo i fatti in merito alle attività nucleari iraniani, nel tentativo di utilizzare questa materia a fini politici, il dottor Ahmadinejad ha detto che la IAEA ha lasciato che simili rapporti pieni di storture e concepiti a scopo politico minassero la sua credibilità. Ha anche asserito che alcuni paesi, tra i quali gli Stati Uniti, sono impegnati in attività nucleari militari senza che esista alcun rapporto o alcuna supervisione su di essi.
Il Presidente Ahmadinejad ha detto che le sanzioni non sono una questione che per l'Iran abbia una qualche importanza concreta, affermando che coloro che stanno lavorando per imporle stanno in realtà impegnandosi per sanzionare se stessi.
Rispondendo ad una domanda sul caso di Sakineh Ashtiyani, su cui pende una sentenza di morte emessa da un tribunale iraniano per adulterio e per la complicità con i suoi amanti nell'assassinio del marito, ha risposto: "come mai il destino di un detenuto iraniano è diventato così importante per i funzionari americani?"
Il dottor Ahmadinejad ha liquidato i servizi trasmessi dai media degli Stati Uniti su questo argomento come completamente manipolati ed ha detto che è davvero una sfortuna per i funzionari americani dover impiegare il proprio tempo dietro a dicerie antiiraniane e a notizie false.
Il presidente iraniano si è anche detto sorpreso che gente le cui mani sono macchiate del sangue di oltre un milione di iracheni e di più di centomila afghani stia tentando di farsi passare per difensori di una donna colpevole e detenuta adducendo maldestramente il pretesto dei diritti umani.
Mahmoud Ahmadinejad ha sottolineato il fatto che il governo dell'Iran è recisamente contrario alla politica statunitense in Iraq ed in Afghanistan, e che la considera un completo fallimento.
Rispondendo ad una domanda in merito ad alcune notizie che riferirebbero della possibilità che Karroubi e Mussavi possano essere in qualche modo imputati in un processo in cui si tenterà di incastrarli, il dottor Ahmadinejad ha risposto che anche se gli avversari politici sconfitti, gli oppositori al governo ed i suoi avversari politici personali hanno commesso atti illegali di ampia portata durante lo scorso anno, tutti si trovano comunque a piee libero e possono diffondere le loro opinioni attraverso i media di cui hanno disponibilità senza che nessuno nel frattempo abbia pensato a disturbarli; un eventuale tentativo di incastrarli in qualche modo avrebbe potuto essere posto in atto nel corso di tutto l'ultimo anno.

La nazione iraniana non ha nulla contro gli ebrei, e gli ebrei vivono al sicuro in Iran.

Rispondendo ad una domanda che faceva riferimento all'esortazione di Fidl Castro di non arroccarsi su certe posizioni in merito all'olocausto ed agli ebrei, il Presidente ha affermato: "ognuno al mondo è libero di esprimere le proprie opinioni, ma devo dire che la nazione iraniana non è antisemita e che gli ebrei, così come gli altri popoli, in Iran vivono al sicuro ed in totale tranquillità. In merito all'olocausto abbiamo soltanto avanzato due domande, alle quali non abbiamo ricevuto risposta". Il dottor Ahmadinejad ha aggiunto che la nazione iraniana non ha mai adottato alcuna prospettiva razziale e che, al contrario, oggi una prospettiva che si rifà al peggior razzismo è in uso nella Palestina occupata e che i sionisti asseriscono ufficialmente di appartenere ad una razza superiore; "certamente noi siamo dell'opinione che i sionisti siano una cosa differente dagli ebrei, e che non abbiano comunque alcuna religione".

La nazione iraniana, con i suoi settantacinque milioni di persone, si erge unita e solidale contro il sistema egemonico.

Ad una domanda che faceva riferimento ad un'asserzione della Guida Suprema in cui si sottolineavano l'unità e la solidarietà nazionali, il presidente ha risposto che da trent'anni la nazione iraniana è unita e coesa, e che il mantenimento di questa unità è sempre stato fra le prime preoccupazioni dei leader della rivoluzione. La nazione iraniana comprende settantacinque milioni di persone unite, che si ergono contro il sistema delle egemonie.
Rispondendo ad una domanda che faceva riferimento alle ragioni che hanno portato alla rimozione dell'ingegner Mashaei dalla carica di vicepresidente, il dottor Ahmadinejad ha spiegato che l'atto è stato raccomandato dalla Guida Suprema; a causa di alcune divergenze di opinione sarebb stato bene che Mashaei non occupasse la vicepresidenza. Questo non significa che Mashaei non potrà occupare altre cariche. "Il signor Mashaei è uno dei migliori membri della compagine di governo ed è una persona dotata di una mente brillante e profondamente pervasa da senso di umanità; Mashaei è un amico ed è mio assistente personale".
Un'altra domanda chiedeva se Mashaei sarebbe stato candidato alle prossime elezioni presidenziali: il presidente ha asserito che il governo in carica non ha, tra i suoi compiti, quello di preoccuparsi delle elezioni future perché ciascun suo componente sta assolvendo compiti di servizio e tentando di rimuovere le barriere che ostacolano lo sviluppo della nazione iraniana; "la nazione iraniana è vigile ed intelligente, ed al momento giusto chiunque la nazione vorrà scegliere sarà eletto, senza che nessuno possa imporre alla nazione iraniana alcuna costrizione o alcun diktat". Ad una domanda riferentesi alle parole del segretario di stato americano che rimarcavano il processo di militarizzazione in atto nel paese, Ahmadinejad ha risposto che la signora Clinton avrebbe fatto meglio a pensare un po' a quello che voleva dire, prima di lasciarsi andare a certe affermazioni. "Tutti sanno che il budget destinato alle spese militari negli Stati Uniti ammonta a mille miliardi di dollari; la popolazione degli Stati Uniti supera di oltre quattro volte quella iraniana, ma le spese militari dell'Iran ammontano a soli dieci miliardi di dollari. A questo proposito l'asserzione del segretario di stato è piuttosto divertente: come può preoccuparsi del potenziale militare altrui uno stato che vi destina una cifra che è pari a quella che vi destina tutto il resto del mondo messo insieme?".
Il Presidente ha affermato poi che per far uscire la politica estera statunitense dall'orrenda era di Bush il presidente Obama dovrebbe senz'altro fare a meno di fare ricorso ai metodi ed ai comportamenti che la caratterizzavano, pena ottenere i medesimi risultati, e che la signora Clinton farebbe meglio ad astenersi dall'esprimere preocupazioni e a concludere invece che l'intromissione statunitense in Iraq, in Afghanistan ed in altre parti del mondo ha comportato ripercussioni e costi estesi sia per gli altri paesi che per gli stessi Stati Uniti.
"Se l'amministrazione statunitense intende presentare proprie raccomandazioni, cominci innanzitutto ad adoperarsi per affrontare i propri fallimenti ed i propri problemi".

L'Iran è stato sempre pronto a colloqui che si svolgano su un piano di parità e di rispetto reciproco.

Ad una domanda in merito alla possibilità che Iran e Stati Uniti intreccino un dialogo diretto, il dottor Ahmadinejad ha affermato che l'Iran ha già posto le basi perchè questo avvenga: "Ad esempio, c'è stato il caso di una lettera inviata a Bush in cui annunciavamo che alle Nazioni Unite eravamo pronti ad un colloquio a due alla presenza dei media; poi, abbiamo liberato per motivi umanitari la signora Sarah Shourd. Atti come questi mostrano che l'Iran è pronto al dialogo, ma questo dialogo deve tenersi in condizioni di parità e di rispetto reciproco".

domenica 19 settembre 2010

Firenze: Casaggì e Tommaso Villa insieme per la coerenza "occidentalista"



Le convulsioni in cui il maggior partito "occidentalista" d'Europa si dibatte da mesi hanno lasciato tracce evidenti anche nella politica fiorentina. Intanto che il piddì con la elle perde un pezzo al giorno, il gazzettame locale sta da qualche tempo preparandosi a passare di padrone con la viltà opportunista tipica dei servi di ogni epoca, trattando ogni collodio escreto dalla pedestre rappresentativa locale della Lega Nord alla stregua di Editti Pel Bon Governo. Questo non sminuisce affatto l'evidenza della malafede cialtrona che costituisce l'ossatura della pratica politica "occidentalista": se mai, concorre a costituirne conferma.
Nello stesso giorno in cui Casaggì latra contro infami e delatori, usando toni granguignoleschi degni di un pulcinella di Scampìa cui si sia rovesciata in mezzo di strada la ciotola dei maccheroni, la Giovane [omissis] cui Casaggì dice di fare riferimento si mette in moto proprio per un'operazione delatoria.
L'ennesima.
E-mail e numero di telefono sono a disposizione, dai primi giorni del nuovo anno scolastico, "per raccogliere le segnalazioni di studenti e famiglie circa inequivocabili prese di posizione politiche contro la riforma Gelmini dei professori durante l'orario di lezione".
Promotore dell'iniziativa, quel Tommaso Villa che mentre stava mettendo in piedi il linciaggio mediatico di un gruppo di occupanti un'aula universitaria fu cacciato a colpi di uova, sperabilmente per lui non troppo stagionate. Tommaso Villa deve la propria meschina "carriera politica" a due fattori sostanziali: l'inaccessibilità della formazione in cui opera per chiunque abbia un minimo di rispetto per se stesso, ed un ricorso sistematico a quella delazione che i suoi commensali di Casaggì dicono di disprezzare tanto.
In contesti sociopolitici più normali, il sistematico ricorso alla delazione per il quale i giovani "occidentalisti" si segnalano da anni avrebbe già procurato loro l'aperto disprezzo di ogni individuo cosciente, fatta salva la possibilità di vederli bersaglio di attestazioni di disistima costituite da un esplicito passaggio a vie di fatto.
Per loro fortuna il contesto sociopolitico dello stato che occupa la penisola italiana, in cui è ordinaria amministrazione l'esistenza di realtà ossimoriche quali l'"antagonismo filogovernativo" o un "non conformismo" che sostiene l'esecutivo in carica, in tutti i modi può essere definito, meno che normale.

domenica 12 settembre 2010

Moschea a Firenze: un sì deciso ad una costruzione centrale e prestigiosa


All'inizio di settembre 2010 l'imam di Firenze Izzedine Elsir ha presentato alla stampa un progetto di massima per dotare firenze di una moschea vera e propria, auspicandone l'edificazione in un'area periferica della città.
Il sindaco in carica, Matteo Renzi, si è limitato a fare presente che a suo dire la cosa non ha carattere d'urgenza; gli "occidentalisti" fiorentini hanno distolto per alcuni istanti la loro attenzione dalla ridda di dispettini incrociati nei quali stanno impiegando tutto il loro tempo da almeno quattro mesi, ed hanno dato aria alla bocca ripetendo la crestomazia di ciance sui quali abbiamo infierito in più di un'occasione.
I primi a ciarlare, alla fine di agosto 2010, erano stati Massimo Pieri ed Alberto Locchi, in un comunicato stampa che ci eravamo presi la libertà di demolire da cima a fondo. Sulle più tipiche asserzioni di questa gente torneremo più avanti, constatando comunque che anche in questa occasione avrebbero fatto meglio ad occuparsi di pallone, di maccaruna c'a'pummarola 'n coppa, di mandolini e di prostitute, unici settori in cui l'"occidentalista" tipico dimostra invariabilmente un'attendibilità ed una competenza approfondita.
Affrontammo l'argomento moschea a Firenze circa un anno fa, auspicandone una rapida costruzione e proponendo anche un modello di riferimento, che avevamo ravvisato nella Behram paşa di Diyarbakir; osservando la bozza del progetto diffusa un anno dopo, abbiamo l'impressione che i nostri auspici, più che suggerimenti, abbiano avuto un buon grado di fondatezza.
A nostro avviso -ripetiamo- la moschea di Firenze dovrebbe essere degna della città. L'intenzione di realizzare qualcosa di degno della città di Firenze fu esplicitata fin dal primo abbozzo nel progetto della sinagoga di via Farini, le cui cupole coperte di rame ossidato fanno bella mostra di sé da ben oltre un secolo nel panorama cittadino; per l'edificazione di una moschea andrebbero seguiti esattamente gli stessi criteri.
Non siamo affatto d'accordo su una sua collocazione periferica e sosteniamo esplicitamente che il luogo adatto sia rappresentato dal lato est di Piazza Ghiberti, previo esproprio -magari senza indennizzo- dei brutti palazzi che vi sorgono e che ospitano da troppo tempo una delle iniziative cui più si deve l'ottundimento generale delle coscienze e l'appiattimento verso un basso senza limiti della generale consapevolezza di se stessi e del mondo. Dalla fine delle pubblicazioni del quotidiano "La Nazione", che auspichiamo repentina e illacrimata, Firenze non avrebbe che da guadagnare.
L'altro nostro auspicio è che la moschea venga edificata con denaro pubblico esplicitamente distolto dalle spese militari e/o da quelle per la "sicurezza". In un pianeta dove nel paese più securitario di tutti (quello famoso anche per gli obesi e per le guerre d'aggressione) esiste almeno un milione di persone inquadrato in organizzazioni giovanili armate dovrebbe essere chiaro che anche nell'agone politico di una certa penisola dell'Europa meridionale il securitarismo rappresenta soltanto un'arma da propaganda elettorale perennemente in mano ad una torma di cialtroni incoscienti capaci solo di scaldare poltrone e di mangiare spaghetti.

Le reazioni "occidentaliste" alla giusta e giustificata iniziativa di Elsir non si sono fatte aspettare. Secondo lo scaldasedie Razzanelli, Elsir dovrebbe esplicitamente esprimersi in merito ad un episodio di giustizia sommaria verificatosi nientemeno che in Somalia, un paese che come tanti altri ha goduto dei benefici di quel democracy export che piace tanto agli "occidentalisti", al pari dell'Iraq dove il carnefice di stato ha avuto l'onore di essere una tra le prime figure istituzionali ad essere richiamata in servizio.
Razzanelli statuisce che "La nostra religione e la nostra cultura non ci permettono di accettare che, nel 2010, possano essere uccise delle persone per un adulterio". Fermo restando che non abbiamo idea di quale "religione" stia parlando costui, potremmo sciorinargli statistiche in merito alle esecuzioni extragiudiziali di donne nella penisola italiana, alla luce delle quali sarebbe bene evitare di insegnare agli altri come devono comportarsi.
Giovanni Galli, Emanuele Roselli e Mario Tenerani statuiscono invece la "cristianità" della società in cui vivono in un comunicato stampa di ovvia adesione alla cialtroneria propagandistica ed all'incompetenza più assoluta: di questa "cristianità" sarebbero rappresentativi i crocifissi nelle aule scolastiche e in questo c'è da dar loro ragione, nel senso che la "cristianità" dei sudditi a tanto si limita e di tanto si contenta. Se teniamo presente il coro di latrati che gli "occidentalisti" levano ogni volta che un ministro di culto si azzarda a toccare il tema della giustizia sociale, si capisce fino a che punto questa "cristianità" rappresenta, per gli "occidentalisti", un elemento esclusivamente identitario da contrapporre a quanti osino mettere in discussione lo stato di cose presente.
Bianca Maria Giocoli invece, di cui approvammo la piena consapevolezza dei propri limiti mostrata in campagna elettorale, si contenterebbe invece di trasformare i credenti in delatori: nella weltanschauung "occidentalista" delatori e spie sembrano avere una posizione di tutto privilegio al pari delle prostitute, il che è un ottimo segnale dell'empietà e della sovversione che ne costituiscono il fondamento.
Alla fine, il piddì con la elle è andato a scomodare anche uno dei tanti incolori yes men della camera alta, a Roma; forti di una presenza tanto autorevole derubricano la bozza di progetto di Elsir a "provocazione": non gli torna l'adozione di elementi architettonici fiorentini, non gli torna che la faccenda sia saltata fuori a quattro giorni dal nono anniversario di quelle spregiudicate operazioni urbanistiche sul suolo amriki che gli yankee stessi vorebbero essere i primi a dimenticare, non gli torna la settimana scarsa che separa la presenza della questione sull'agenda setting delle gazzette dall'anniversario della morte di Oriana Fallaci, ricorrenza autoreferenziale al cui imperversare gazzettiero non sono tollerati concorrenti.
Ne va della visibilità e, in fin dei conti, del poter continuare a scaldare poltrone.

sabato 11 settembre 2010

Oriana Fallaci e una chiacchierata tra amici al Convento della Calza


Il tredici settembre il piddì con la elle fiorentino -la forza, l'impegno, la concretezza di ben trecento tesserati, meno di quanti ne abbia una Casa del Popolo qualsiasi- mobilita quattro indossatori di cravatta per una chiacchierata tra amici sull'individuo alla cui presa di distanza, confutazione ed apertissimo ed esplicito dileggio questo blog è appositamente dedicato.
Riccardo Mazzoni fa l'"occidentalista" a Prato: partecipante giustificato per un libello in cui dice bene di questa donna e che dovrebbe aver scritto, e con ogni probabilità anche letto, tutto da solo.
Renato Farina rappresenta una figura indimenticabile ed esemplare di comportamento "occidentalista"; il famoso Agente Betulla che ha tenuto comportamenti tali da riuscire, caso rarissimo, a farsi cacciare a calci dall'ordine dei gazzettieri. Il mare incessante di ciarle, dicerie da spaghettificio di provincia, menzogne, nefandezze, cattiverie gratuite, piccinerie e ciance che hanno costituito negli ultimi dieci anni l'ossatura propagandistica della "informazione" controllata dagli "occidentalisti" non è dovuto per intero a lui, ma in buona parte sì.
Adesso fa il cattolico.
Gli altri, micropolitici di terza fila.
A partire dalle nove di sera sporcheranno con la loro presenza una stanza -o meglio, una stanzetta, un ripostiglio- del Convento della Calza.

venerdì 10 settembre 2010

Livorno: una fiaccolata per la sihurezza e contr'i ddegrado


All'inizio di settembre 2010 un piccolo episodio di cronaca è servito al gazzettame per statuire e proclamare che il centro di Livorno "è sul punto di esplodere" o roba del genere.
Il piddì con la elle, pur tutt'altro che uscito dalle lotte a coltello che rappresentano da qualche mese a questa parte la principale attività dei suoi eletti, ha tentato di cavalcare il canaio emergenziale messo apposta in piedi dai gazzettieri.
I risultati, stando all'impietoso resoconto pubblicato su Senza Soste, non devono essere stati gran che.
Il commento migliore, tuttavia, lo si deve a Marco Taradash ed è stato pubblicato su "Il Giornale della Toscana", intento a limitare i danni e ad illustrare ai propri lettori come e qualmente la luna sia fatta di formaggio. Un altro caso in cui viene da concludere che con paladini di questo genere, l'"occidentalismo" può tranquillamente fare a meno dei nemici.

«Un attacco squadrista che mette in evidenza che esiste un "caso Livorno" dove non si è in grado di garantire l’incolumità di chi organizza manifestazioni politiche: una cosa che non succede in nessun’altra parte d’Italia». È durissima la reazione del consigliere regionale del Pdl Marco Taradash che, insieme ad altri esponenti del partito, è stato oggetto del lancio di oggetti e fumogeni.«Non è un caso -ha sottolineato- che io abbia usato l’espressione "attacco squadrista"»: ha detto lo stesso Bersani per ciò che è successo alla festa del Pd a Torino». «Avrei voluto leggervi il messaggio di solidarietà del sindaco ha poi aggiunto il consigliere Pdl ma non posso, perché purtroppo non è arrivato. Mi sono trovato di fronte a giovani che roteavano in aria catene di biciclette. È stato colpito un ragazzo di 16 anni perchè ha tentato di difendere il padre (un consigliere comunale, ndr), mentre un non vedente è stato aggredito mentre si stava allontanando in auto. Chiedo al sindaco: è mai possibile rischiare la vita per manifestare?»

Ovvio che questa gente non ha la minima idea di che cosa fossero gli attacchi squadristi.
Pare che quadri, tesserati e manutengoli del piddì con la elle, in questo assai simili a quelli del piddì senza la elle, vadano letteralmente in corto circuito ogni volta che devono fare i conti con una realtà che non corrisponde alle descrizioni fatte dalla loro propaganda. Davanti alle crescenti occasioni in cui la popolazione in generale esprime la propria insofferenza per il loro semplice essersi mostrati in pubblico, non gli resta che l'autoreferenziale consolazione degli scambi di messaggi tra scaldasedie istituzionali e a questo giro a questo Taradash sono mancati anche quelli, ad ulteriore sanzione della pochezza e della viltà delle istanze sostenute.
A Livorno non si passa. Fine della questione.

domenica 5 settembre 2010

Azione Giovani Firenze e Casaggì: giovani "occidentalisti" tra futuro incerto e passato certissimo


Azione Giovani pubblicizzava in questo modo la propria campagna di tesseramento per il 2008. Il Trecento fa riferimento ad un filmetto amriki di quelli in cui opliti greci, legionari romani o berserkr vichinghi indossavano elmo e corazza anche per andare in discoteca. Durante un viaggio nella Repubblica Islamica dell'Iran condividemmo con vari interlocutori, rimasti schifati anche dai sottesi antiiraniani della pellicola, questo ed altri motivi per dileggiare sia l'opera che -soprattutto- i suoi estimatori.
La scelta di Azione Giovani doveva rivelarsi, a Firenze, profetica: pare che i tesserati all'intero piddì con la elle in tutta la città, nel giugno del 2010, assommassero proprio a trecento.

Nonostante la natura apparentemente volatile di molte delle informazioni che vi circolano ogni giorno, il web mette a disposizione di chiunque si diletti della caccia al cialtrone risorse decisamente preziose.
In più di un caso abbiamo avuto modo di constatare come l'attivismo politico "occidentalista" che opera a Firenze e che fa capo al "centro sociale di destra" Casaggì e al minuscolo universo di Azione Giovani -che nel frattempo pare abbia cambiato nome, facendosi chiamare giovane [omissis]- sia caratterizzato da una costellazione di caratteristiche estremamente negative (cialtroneria, faccia tosta, malafede, pressappochismo, cattiveria spicciola e piccina, incompetenza, servilismo, bassezza, disumanità sostanziale) che è possibile mettere in luce senza alcuna fatica. Lo abbiamo fatto più di una volta, di solito prendendo di mira l'utilizzo della delazione, abituale negli ambienti "occidentalisti", come strumento di base della pratica politica quotidiana. In una delle più spettacolose inziative di questo tipo, questi mangiatori di maccheroni hanno pensato di interessare un consesso chiamato Corte dei Conti ad un fascicolo sulla storia del confine orientale della penisola italiana contenente informazioni a loro non gradite, e distribuito agli allievi di una scuola media. Se la "giustizia" nella penisola italiana ha tempi biblici è probabile lo si debba anche -se non soprattutto- a chi ne intasa gli organi con iniziative di questo genere.
Alla pratica della delazione si affianca anche una comunicazione politica complessivamente derubricabile a presa in giro: altro aspetto della questione su cui abbiamo avuto il piacere di soffermarci più volte, notando tra l'altro come per questa gente non vi sia alcunché di strano nel commemorare Saddam Hussein e al tempo stesso sostenere la parte politica che ha appoggiato con ogni mezzo tutte le guerre amriki degli ultimi dieci anni. Gli autori di queste prese in giro sembrano peraltro impermeabili ad ogni senso del ridicolo: il sito agfirenze.it presenta tra l'altro l'immagine dell'unico flash-mob al mondo cui abbia partecipato un solo individuo. Lo one man flash-mob si sarebbe svolto il 2 agosto del 2010 per asserire l'estraneità dei fascisti alla strage che nel 1980 distrusse la stazione ferroviaria di Bologna. La cosa interessante è che la data di creazione e di modifica dell'immagine sono identiche: 09/05/2010. Futuristi coerenti, quelli di Azione Giovani Firenze organizzano le manifestazioni con tre mesi di anticipo. E con l'oscurità più profonda, così si riduce al minimo il rischio di dover dare imbarazzanti spiegazioni.
Il sito archive.org esiste da molti anni: ce ne siamo serviti per qualche minuto proprio per dissotterrare il passato recente di questa Azione Giovani Firenze e della Casaggì che ne ha rappresentato il tentativo di radicamento territoriale. I risultati, soprattutto alla luce delle risse da pollaio in cui la maggior compagine "occidentalista" della penisola sta impiegando tutte le proprie risorse sono davvero rivelatori. Non si dimentichi che prima del sommario restyling imposto dagli eventi Azione Giovani era emanazione di un partito il cui ex presidente è da mesi oggetto di una campagna denigratoria incessante, alla quale stanno dando voce anche e soprattutto coloro che devono a lui ed al partito in questione la propria fortuna politica. Blog e siti dei micropolitici "occidentalisti" grondano, in questo scorcio del 2010, di comunicati, giustificativi, prese di distanza, battibecchi, distinguo, puntualizzazioni e resoconti accomunati dall'intenzione di buttare a mare il proprio mèntore ed ex padrone, in nome di un altro padrone capace di evitar loro ancora per un po' un doloroso rendez vous con la realtà, e nella fattispecie con l'ufficio circoscrizionale per l'impiego.
Di motivi per infierire, il materiale riportato da archive.org ne fornisce quanti se ne vogliono. Sono documentate alcune pagine del sito, per un periodo compreso tra il gennaio 2005 ed il luglio 2008. Si riportano qui alcune considerazioni, lasciando a chi legge il piacere di ricordare una per una le pensate più spassose della base "occidentalista" che alligna a Firenze.
In primo luogo è interessante notare come nel corso degli anni agfirenze.it sia stato più volte sottoposto a rimaneggiamenti che hanno comportato ogni volta l'eliminazione di tutti i vecchi materiali e di tutte le vecchie grafiche, in un evidente tentativo di spazzare sotto il tappeto un po' di contraddizioni e un po' di quelle iniziative suscettibili di trasformarsi in boomerang. Non che dalla diffusione di certe informazioni potessero derivare chissà quali danni in termini di suffragi: la penisola italiana ha un corpo elettorale caratterizzato da una maturità politica pressoché scimmiesca, che negli ultimi venti anni almeno non ha mai dato segno di trovare qualcosa di strano o di sgradevole nella spudoratezza di chi asseriva quotidianamente che è giusto il bianco perché è nero.
Azione Giovani, come movimento giovanile di Alleanza Nazionale, è stata organica ad un "partito" che esprime vari ed "importanti" esponenti di quel governo che dovrebbe controllare lo stato che occupa la penisola italiana.
Il che significa che da Azione Giovani vengono i pilastri umani che ogni giorno rendono possibile la metodica distruzione di quanto resta della scuola pubblica e dello stato sociale, la TAV, i grandi ed inutili lavori, le intromissioni amriki negli affari di stato, le notti in discoteca di Ignazio Benito Maria La Russa, le mimetiche da operetta di Ignazio Benito Maria La Russa, le passeggiatine in Afghanistan di Ignazio Benito Maria La Russa, l'atteggiamento da paninaro di San Babila di Ignazio Benito Maria La Russa, i comportamenti da pariolino di Ignazio Benito Maria La Russa, l'occupazione dell'Afghanistan che costa da sola un miliardo di euro all'anno e che rende possibili passeggiatine e divertissements per l'Ignazio Benito Maria La Russa di cui sopra, l'aggressione all'Iraq, la pretesa-barzelletta del disarmo di Hizbollah, il controllo unificato di mezzi d'informazione che fanno in blocco rimpiangere l'obiettività e la concretezza della Pravda, i campi di concentramento travestiti da Centri di Identificazione ed Espulsione, l'appoggio incondizionato a furbacchioni travestiti da imprenditori ed azionisti, gli scudi fiscali per i furbacchioni travestiti da furbacchioni, i rastrellamenti da SS nel distretto tessile pratese, le pacche sulle spalle tra sionisti vecchi e nuovi mentre a Gaza si muore sotto il fosforo, i terremoti-passerella, le carceri infernali, gli sciali miliardari per le festicciole tra potenti, la militarizzazione della vita sociale, il clima artefatto e demenziale di terrore quotidiano, la gigantesca fogna di favori sessuali ed elettorali che costituisce per intero l'arena politica ed i gendarmi che prendono a calci i ragazzini sotto l'occhio compiaciuto della spazzatura umana che impesta le redazioni amiche.
In attesa di trovare anche loro un angolo di truogolo in qualche greppia pubblica, i giovani "occidentalisti" provano a far passare in secondo piano tutto questo tirando per la manica John Ronald Reuel Tolkien o Michael Ende: si fa il tifo per la guerriglia nel Bogside e poi si fila dai gendarmi per le lattine di birra ad un concerto, proibite com'è proibito tutto grazie al securitarismo ebete con cui questi apprendisti stregoni degli spaghetti al dente hanno contribuito ad allagare l'intero panorama della comunicazione politica.
Archive.org riesce ad essere impietoso: si dice che "la rivoluzione, si sa, è come il vento... non la si può fermare, le si può solo far perder tempo!" intanto che si pubblicizzano rivoluzionarie petizioni contro i'ddegrado e per la sihurezza e si finisce a chiedersi in tutta serietà perché mai il comune di Firenze ce l'ha con i giovani ed i locali notturni. A questo proposito, una mezza idea ce l'avremmo anche, ma andiamo avanti.
Si è appena ricordato il "partito" di cui Azione Giovani era emanazione giovanile, poi nominalmente confluito nel piddì con la elle, e si è ricordato che da mesi il presidente di quel "partito" è oggetto di una incessante campagna di denigrazione. Appena due anni fa, l'atteggiamento di molti "occidentalisti" fiorentini era assai differente, per non dire opposto.
Organica ad un governo che considera i diritti dei lavoratori un irritante retaggio di un passato bolscevico, Azione Giovani ebbe nel 2006 la spudoratezza di schierarsi contro il lavoro precario. Non contenta, due anni dopo ciarlava addirittura di rivolta generazionale.
Organici ad un governo i cui esponenti hanno vantato pubblicamente condotte sessuali tali da farli cacciare a calci da qualunque confessionale, i ribelli di Azione Giovani si chiedevano, nello stesso periodo, che ne sarebbe stato della famiglia in caso di vittoria elettorale avversaria.
Chissà quali motivi aveva il Matteo Conti che un giorno del 2007 statuiva che lo stato che occupa la penisola italiana era governato dalle Brigate Rosse per pretendere di essere preso sul serio.
Archive.org ci mostra anche che la nascita del piddì con la elle ed il confluire in essa furono oggetto di qualche dubbio. Dubbi presto superati: chi affermava che

"Il PdL ad oggi è UNA ALLEANZA ELETTORALE e come tale la accetto senza fiatare. Quando mi verrà chiesto di avere in tasca la stessa tessera dell'avvocato Pecorella, mi porrò l'interrogativo su cosa fare..."

ha dimostrato di aver risolto l'interrogativo in questione in tempi molto rapidi.