domenica 11 aprile 2010

Firenze: "anarchici scatenati"?


Firenze, anarchici scatenati
In 150 assaltano e devastano il centro storico: venti denunciati Il centro storico devastato dalla violenza degli anarchici, impianti di videosorveglianza distrutti, istituti bancari danneggiati. E ancora: muri imbrattati con la vernice e scritte offensive conto la magistratura.


I poster fotografati in Santa Croce hanno mantenuto le promesse e il 10 aprile un corteo anarchico formato da qualche centinaio di quei mustad'afin che il gazzettame crede di poter calpestare a proprio comodo ha percorso le vie del centro accanendosi contro un paio di bancomat e contro un paio di micropolitici sgraditi.
Nel complesso una piccola ma salutare ventata di insihurezzeddegràdo.
Le righe riportate qui sopra, invece, sono il modo che "Il Giornale della Toscana" ha di riportare la questione.
La devastazione di un centro storico europeo, specie se esteso come quello fiorentino, comporterebbe una mano d'opera volenterosa e preparata, dotata di ben altri strumenti che qualche secchio di vernice e soprattutto ben più numerosa di quella che ha partecipato alla manifestazione. Nonostante la lodevole profusione di malafede demente, un paio di bancomat tinti di nero e qualche telecamera levata di mezzo sono poca roba perfino per questa gazzettina, costretta dunque a relegare il tutto nelle pagine interne spedendo in prima, invece, una roba di pallone e pallonieri.
Se le gazzette "occidentaliste" limitassero la sfera delle proprie trattazioni al pallonaio, ai bucatini all'amatriciana, alla cocaina e ai genitali femminili i nostri risentimenti e il nostro disprezzo nei loro confronti quasi non avrebbero ragione d'essere, e le tirature rimarrebbero pressoché invariate dal momento che i sudditi che bivaccano nella penisola italiana non riscono a concepire alcunché che travalichi questi quattro settori. Così non è, e i mustad'afin fiorentini sono tra le crescenti categorie che hanno fatto le spese per molti anni del canaio demonizzatore che contraddistingue l'operato quotidiano dei gazzettieri. Basta poco o nulla per attirare l'attenzione di un cialtronismo linciatore ubiquo e quotidianamente avido di prede, esattamente come una roba che chiamano "giustizia" e che nei fatti applica la "legge" ai poveri e la interpreta per i ricchi.
L'atteggiamento più comune nei confronti del tritacarne umano costituito dalla sinergia di queste due realtà è per solito di noncuranza, nella malriposta certezza che certe cose succedano sempre e solo agli altri. I mustad'afin che non hanno devastato Firenze esulano da questo atteggiamento e ricordano agli astanti come stanno le cose.
Istituti bancari e telecamere vengono presi di mira perché laddove domina la weltanschauung "occidentalista" hanno un'oscena e blasfema valenza sacrale che li rende letteralmente oggetto di venerazione. Al pari di quelle gigantesche scatole di Skinner chiamate ipermercati, purtroppo cresciuti come funghi velenosi anche in realtà più normali come quella di Damasco o di Baku, in cui ogni giorno viene allestita una demoniaca parodia di vita relazionale. A guardia di tutto si ergono gendarmeria, eserciti privati ed una sordida gazzetteria gurdjeffiana; il compito di tutti e tre è quello di catalogare, schedare e reprimere qualunque comportamento diverso da quelli di consumo.
Si noti, nelle righe riportate, il rilievo dato alle "scritte offensive contro la magistratura". Gli appartenenti alle formazioni politiche "occidentaliste" che operano nella penisola italiana sono famosi per l'estrema disinvoltura con cui trattano il potere giudiziario. In altre parole, ricchi e potenti possono irridere e disprezzare chi vogliono e con ogni mezzo, i mustad'afin in galera devono creparci. Nulla di strano, intendiamoci, si tratta della traduzione operazionale di quei postulati di disuguaglianza e di ingiustizia sociale che sono la base stessa dell'"occidentalismo". A far credere ai sudditi che ad esserne colpiti siano solo negri, munsurmani, finocchi, comunisti ed ebrei (no, gli ebrei non si può più) ci pensa la propaganda.
La città di Firenze costituisce una realtà difficile per l'"occidentalismo" perché vi sopravvivono ostinati anticorpi sociali che impediscono la completa mercantilizzazione dei rapporti umani e sono responsabili di un contesto sociale che può essere presentato come degradato solo facendo sistematico ricorso alla menzogna.
Nel caso degli anarchici che hanno indetto la manifestazione di ieri perché abituali oggetti delle non desiderate attenzioni del tritacarne su sommariamente descritto, questo significa essere portati in tribunale con accuse da ergastolo che cadono dopo sette minuti di udienza, e letteralmente crocifissi da un gazzettaio improntato alla più assoluta impunità menzognera, curiosamente definita "libertà di informazione". Basta un episodio per dare un'idea di come funzionino le cose. Nel volantino che convocava la manifestazione del 10 aprile 2010 si poteva leggere che il 29 novembre 2007 la gendarmeria irruppe in due stabili occupati e in varie abitazioni fiorentine, cercando armi che non c'erano e sequestrando di fatto acuni stencil e delle cartucce per sparachiodi... che il gazzettame trasformò istantaneamente in bossoli per armi da sparo.
L'errore comune e condiviso, non lo si sottolineerà mai abbastanza, sta nel credere che queste traversie tocchino sempre e solo a qualcun altro, sperabilmente proveniente da qualcuno degli infiniti gruppi minoritari suscettibili di funzionare come capri espiatori.

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