lunedì 15 febbraio 2010

14 febbraio 2010: si inaugura la tramvia di Firenze


Il 14 febbraio l'inaugurazione della prima tratta tramviaria con sede propria è stata a Firenze occasione per una mezza festa.
Si parla di quarantamila passeggeri trasportati fra la città e Scandicci, comune confinante espantosi nel corso degli anni fino a diventare praticamente un sobborgo della città.
La costruzione -lunga- degli otto chilometri scarsi di binari è servita come palestra di sciacallaggio a gazzette e micropolitici, specialmente "occidentalisti" dal peso specifico nullo, che da una "contrarietà alla tramvia" urlata ed ebefrenica hanno ricavato quanti suffragi bastavano per continuare a scaldare la poltrona che scaldavano.
Contando su un sostegno a mezzo stampa semplicemente ubiquo e compiacente, alcuni di questi individui hanno commissionato e diffuso montagne di balle, contornate ed accompagnate da materiale grafico ai limiti del presentabile. Si riportano qui alcune delle immagini propagandistiche tutt'ora reperibili in rete, con relative e sprezzanti considerazioni.


Le immagini propagandistiche, diffuse a più riprese nel corso degli anni compresi tra il 2005 ed il 2009, hanno ingigantito le misure e l'invadenza dei convogli tramviari. Di un caso specifico ci occupammo a suo tempo; un certo Mario Razzanelli organizzò un referendum consultivo, che non raggiunse il quorum, in cui il venti per cento degli aventi diritto si espresse a sfavore del costruendo sistema tramviario. Sul carrozzone referendario salì all'ultimissimo minuto, e non senza litigi, buona parte del "centrodestra"; alle immagini qui sopra si accompagnarono anche affissioni ed adesivi che sbraitavano roba del tipo "via i compagni di merende da Firenze"... un registro propagandistico che a Firenze è assolutamente controproducente, come quasi tutti sanno, ma che fa parte da anni della panoplia dei propagandisti più bassi che incrostano molte redazioni del nord della penisola italiana. Il che permetteva con buona approssimazione di stabilire anche la provenienza di certe imbeccate e di certi colpi.
Con tutta calma, Mario Razzanelli ha concluso il 2009 cambiando il nome del suo gruppo consiliare in Lega Nord, permettendo alle insegne di quel "partito" di sporcare il Consiglio comunale fiorentino, al modesto prezzo della perdita dei tre quarti dei suoi sostenitori.

Il sedicente comitato giovani no tramvia è riuscito a fare anche di peggio, regalandoci l'inguardabile ed irritante logo qui sopra.

Ora, coerenza vorrebbe che una simile lotta a coltello non venisse dimenticata dalla sera alla mattina; il miglior onore delle armi che si potrebbe rendere a Mario Razzanelli ed al suo corteggio fracassone sarebbe quello di tenerli alla giusta distanza, se necessario con le cattive, da qualunque impianto e soprattutto da qualunque vettura tramviaria dovesse attirare la loro attenzione. In questo modo si eviterebbe loro la tentazione di salirvi, anche solo per dare un'occhiatina.

Le nostre peregrinazioni estive ci hanno spesso portato in luoghi meglio organizzati e più civili, come la Repubblica dell'Uzbekistan o la Repubblica di Turchia, autentici spauracchi -specie il secondo, visto che il primo in tanti non sanno nemmeno se sia uno stato sovrano o il nome di un porno channel- dell'"occidentalismo" nostrano. In entrambi i paesi i manufatti in questione, vale a dire le tramvie con sede propria, sono in pieno esercizio da decenni.
Valgano come esempio le immagini che seguono.

La città uzbeka di Tashkent ha, oltre ad una metropolitana, una rete tramviaria con sede propria ben tenuta che fuziona con tempi e frequenze accettabilissime. Il parco rotabile è costituito da un ensemble eterogeneo di materiale ex sovietico e di costruzione più recente.

Istanbul offre anche il destro per un'ulteriore frecciata. Una tramvia con sede propria, in questa città, costeggia la spianata che ospita Ayasofia e la Sultanahmet Camii, e passa poi a pochi centimetri dalle mura del Topkapı senza che i monumenti abbiano perso alcunché del loro prestigio, della loro fruibilità e della loro attrattiva. Tutt'altro.

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