mercoledì 14 ottobre 2009

Francesco Torselli, Baghdad e le buche nell'asfalto



La foto qui sopra viene da un blog che asserisce trattarsi delle conseguenze di un'esplosione in un mercato di Baghdad. Un attentato del febbraio 2007 in cui rimasero uccise centinaia di persone (centosettanta secondo un primo conteggio).
Francesco Torselli è un consigliere comunale costretto per motivi di opportunità politica a dare una registratina ai propri referenti ideologici, passando praticamente da Codreanu a Lele Mora; in considerazione del comunicato stampa che ha rilasciato il quattordici ottobre, situazioni come quella qui sopra sarebbero tipiche della città di Firenze, e segnatamente di via Venti Settembre. In altre parole, Francesco Torselli scomoda Baghdad per un paio di buche nell'asfalto. E la cosa merita un paio di approfondimenti, ad maiorem incompetentiae gloriam.
Il piddì con la elle, a Firenze, vanta una sorta di primato nel conteggio delle buche nell'asfalto: lo sfortunato Jacopo Bianchi, trombato per pochi voti allo scorso giro di ruota, ci aveva praticamente impostato la sua intera carriera politica. Nella politicanza urlata e ciarlante -anche in questa il piddì con la elle vanta un primato, ben più solido- è probabile che non rappresentino un argomento convincente al punto da essere decisivo.
L'altra considerazione è più squisitamente incentrata su un certo opportunismo politico che chi vivacchia raccontando fandonie per conto di chi comanda non dovrebbe mai dimenticare. La linea politica del piddì con la elle in merito a Baghdad è chiara e limpida: la guerra in Iraq è finita il primo maggio 2003 e la democrazia vi è stata esportata con pieno successo; lo ha detto George W. Bush e a dissentire può essere solo un terrorista, un nemico dell'"Occidente" nostalgico dei lager e dei gulag che vorrebbe cancellare l'amato paese di Sion dalle cartine geografiche; uno da segnalare alle forze dell'ordine e alla magistratura non comunista!
Questo causa un certo dubbio. O le cose stanno come sopra, e dunque Baghdad è amministrata e tenuta assai meglio di Firenze dove governano i rossi pacifinti(*) filoislamici, o Francesco Torselli sta velocemente imparando un mestiere che consiste esclusivamente nell'inondare di comunicati farneticanti la marmaglia gazzettaia, che li trasforma in articoli e reportages aggiungendovi addirittura qualcosa di proprio e scaraventa il prodotto finito su un'opinione pubblica talmente imbarbarita ed abbrutita da prenderli addirittura per buoni.
In occasione di un nostro viaggio nella Repubblica Islamica dell'Iran, avvenuto ad un anno di distanza dal terremoto che semidistrusse la città di Bam, il Tehran Times riportava gli auguri di Natale "a tutti i cristiani del mondo" da parte della Guida Suprema, ed occupava l'intera prima pagina con il titolo "I bambini di Bam sono la prima priorità nazionale". Di gazzettieri che dessero fiato a qualche Francesco Torselli in versione farsi (o in versione inglese, com'è il caso del Tehran Times) riempiendo pagine intere di titoloni da pornografia di quart'ordine, nessuna traccia.

(*) L'etichetta di pacifinto, coniata da chissà chi ai tempi dell'aggressione yankee all'Iraq, è rapidamente uscita dall'uso col precipitare delle sorti degli aggressori. Indicava sostanzialmente chiunque coltivasse sufficiente realismo da considerare George Bush e la sua cricca di lestofanti, bancarottieri e filosionisti assortiti come quella gang di ingordi, ignoranti, buoni a nulla, obesi ed incoscienti che erano e che sono. Perfetta espressione del loro elettorato, d'altronde. Franco Battiato riservò a Bush il fin troppo onorevole titolo di scimmia.


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